Embargo Russia: in fumo 3,2 miliardi di export


Agricoltori e allevatori italiani in piazza ieri a Verona

L’embargo dei prodotti alimentari imposto alla Russia mette a rischio 3,2 miliardi export di prodotti Made in Italy. Ortofrutta, prodotti lattiero-caseari, carni e salumi sono i più colpiti a quasi due anni dallo stop che ha provocato contraccolpi evidenti all’export agroalimentare italiano verso la Russia che nei 5 anni precedenti blocco era più che raddoppiato in valore (+112%). E, come se non bastasse, dalla mozzarella “Casa Italia” al Parmesan, con l’embargo è boom di finti prodotti Made in Italy.

Agricoltori e allevatori italiani in piazza ieri a VeronaAgricoltori e allevatori italiani in piazza ieri a Verona
Agricoltori e allevatori italiani in piazza ieri a Verona

È quanto emerso ieri a Verona dove quasi diecimila agricoltori e allevatori italiani sono scesi in piazza con i trattori per protestare contro un provvedimento che ha azzerato completamente le esportazioni dei prodotti agroalimentari più rappresentativi del Made in Italy scatenando una guerra commerciale che ha provocato pesantissimi danni all’economia e la perdita di posti di lavoro.

La protesta, che ha coinvolto anche i principali operatori economici impegnati nell’interscambio con la Russia ha l’obiettivo di porre fine a una guerra commerciale insostenibile per l’Europa che ora deve affrontare anche i pesanti effetti economici della Brexit, nell’anniversario dei 2 anni dall’embargo russo e all’indomani della decisione del presidente russo, Vladimir Putin, di prolungare l’embargo imposto sui beni alimentari fino al 31 dicembre del 2017.

Sono stati anche esposti gli scandalosi surrogati del Made in Italy come il “Russkiy Parmesan”, ma anche il salame Milano o la mozzarella Made in Russia che sugli scaffali dei supermercati del Paese di Putin hanno preso il posto dei cibi italiani originali i quali rischiano ora di rimanere esclusi per sempre. Bandiere, cartelli e numerosi striscioni sono stati esposti “No all’embargo russo”, “Putin facciamo la pace”, “La guerra fredda uccide il Made in Italy”, ma anche “Brexit+embargo=Italia in letargo”.