L’Italia che affronterà Israele a settembre va ringiovanita
La favola è finita. Ci si attacca agli errori di Pellè e Zaza giusto per fare un pizzico di polemica. Ma sono fole. Chissà come diversamente sarebbero stati dipinti, se invece andavano a segno. Ne sia esempio il cucchiaio di Totti a Van Der Sar che decise Italia-Olanda del 2000 ed è stato per anni oggetto di reiterati tentativi di imitazione. Quel che conta è che gli azzurri hanno affrontato un europeo mostrandosi squadra unita e determinata, cedendo agli iridati solo alla lotteria dei rigori. Il Ct Conte alla fine esce di scena; lo attende il Chelsea ed i rimpianti li consuma con lacrime sentite davanti le telecamere. E’ stato apprezzato, ma non amato; a contrastare i suoi progetti forse la stessa Juventus per la quale è stato per anni una componente vincente. E probabilmente neanche l’eredità che chiede di raccogliere al suo successore Ventura sarà raccolta. Gli azzurri erano la nazionale con l’età media più alta in Francia e sicuramente l’opera per ringiovanirla andrà a toccare quell’alchimia di equilibri e solidarietà che l’hanno contraddistinta. Per qualificarsi al primo tentativo andrà fatta un’altra impresa, giacché l’avversaria sarà di nuovo la Spagna che ospiteremo il 6 ottobre; ove la Roja sia insuperabile, conteranno i punti da non perdere sui campi solo apparentemente non impossibili di Israele (5 settembre) e Albania. Un’altra storia ricomincia.