Ma gli Azzurri di Conte meritano comunque un applauso
L’Europeo dell’Italia è finito. Tutti a casa. Ma cosa resterà di questi giorni? Vittorie inaspettate, un gruppo vero, un po’ di sfortuna negli incroci (Spagna e Germania avrebbero spaventato chiunque), cucchiai mimati e non realizzati, sbruffonate e balletti, rigori sbagliati (troppi), lacrime (di Buffon e Barzagli) e sangue (di Conte).
E un risultato seppur deludente, perché uscire a testa alta è pur sempre uscire, al quale in pochi credevano (io in primis). Io l’Italia la davo spacciata ai gironi. Non è che abbia fatto vedere un gran gioco, concreto sì, difensivo pure, ma poco offensivo, anche con la Germania sono stati pochissimi i tiri in porta…forse il primo è stato quello di Bonucci quando ha battuto il rigore. Ma ha impedito ai campioni del mondo di segnare più di un gol e questo è un ottimo risultato.
Non ho avuto mai grande simpatia per questa squadra e non sono salita sul carro dei vincitori quando ha cominciato a entusiasmare tutti. Non l’ho sentita vicina, non mi sono emozionata per l’attesa delle partite, non ho messo la maglietta né mi sono dipinta come ho fatto negli anni passati. Non la sentivo mia, non mi ha dato brividi. Non mi sono goduta le vittorie, né le serate passate a guardarla e mi è dispiaciuto. Nemmeno la vittoria contro la Spagna mi ha scaldata.
Resta comunque una squadra da ammirare e dalla quale ripartire, anche se “i vecchi” se ne andranno e non vedo all’orizzonte eredi in grado di tenere le fila dello spogliatoio. Ma questa volta voglio essere fiduciosa.
Agnese Priorelli
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