Dall’immigrazione alle riforme passando per la lotta alla casta: la parola d’ordine delle community è “schieramento”
Comizi in piazza, dibattiti in tv, partiti di massa e Paese spaccato in due, centrodestra contro centrosinistra. Gli elementi che hanno caratterizzato il “vecchio” modo di fare e vivere la politica in Italia oggi non ci sono più.
L’avvento del web, il moltiplicarsi delle piattaforme virtuali dove elettori e gli stessi politicanti di mestiere si confrontano “live”, oltre al mutamento dello scenario politico con una frammentazione tripolare (centrosinistra col Partito democratico e i nuovi movimenti che appoggiano il Governo, Movimento 5 stelle e centrodestra frammentato tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) hanno cambiato completamente il volto al panorama del nostro Paese.
La conseguenza, come rileva l’ultimo dossier dell’istituto statistico Swg, è che oggi c’è un nuovo modo di “vivere” la politica: «Complice la crisi economica, la caduta del ceto medio, l’accrescersi dei fenomeni corruttivi e dell’omologazione tra i partiti, l’asse di adesione politica si è spostato dalle appartenenze alle emozioni. L’arena politica si è strutturata in comunità affezionali, generate da sensazioni come rabbia, cambiamento, fiducia, speranza, paura, apprensione».
Inevitabilmente queste nuove comunità «si strutturano in base ad affinità e a temi vetrina, che implicano il posizionarsi da una parte o dall’altra. E allora si è pro o contro la casta, pro o contro gli immigrati, pro o contro le tasse, pro o contro l’Europa» e così via.
Le community emozionali.
Ma quali sono queste community emozionali?
Area centrodestra.
Nell’area di centrodestra si riuniscono attorno a tre temi portanti: il primo, che racchiude un 8% di elettori affezionati alla community, è l’avversione all’Unione europea e alla voglia di “Italexit” sulla scia di quanto avvenuto col referendum in Gran Bretagna. Altre caratteristiche individuate da Swg sono il fatto che «non sopportano Renzi, non vogliono politiche d’integrazione per gli immigrati e non vogliono sentir parlare di diritti dei gay». Il secondo (10%) ruota attorno al concetto di “Prima gli italiani” mentre il terzo (11%) è l’avversione alle tasse.
Area centrosinistra e 5 Stelle.
Spostandosi invece nell’area di centrosinistra e dei pentastellati, i temi che agiscono come collante per le comunità sociali sono di diverso orientamento. Vi rientrano i “moderati della governabilità” (12%, quarta community) uniti dal fastidio per estremismi e populismo, ma anche i “liberal svecchiatori” che sono la comunità più grande (17%), fautori del fare e anti furbetti, fannulloni e burocrazia. Seguono i “Big responsibility” (12%) il cui “Credo” è la lotta alle mafie, alla corruzione a chi attenta alla democrazia.
È invece l’aiuto agli immigrati, la lotta ai nuovi fascismi e la difesa dei diritti civili il minimo comune denominatore dei “post idealisti disorientati” (8%). Infine, le ultime due comunità emozionali sono gli “anti élite” (12%, combattono contro banche e poteri forti) e i “decisi dell’anti casta” (11%, vorrebbero un governo che rada al suolo la “vecchia” politica).
David Barbetti