Golpe fallito: in Turchia caccia a traditori


Centinaia di militari arrestati dopo il tentato golpe. Erdogan: «Complottisti la pagheranno cara»

golpe turchia
Nella foto postata su Twitter la folla assalta un mezzo corazzato utilizzato dagli autori del fallito golpe

ROMA – Si è concluso con un bagno di sangue il tentativo di colpo di stato militare in Turchia avvenuto nella notte di venerdì. Secondo l’ultimo bilancio diffuso dal generale Umit Dundar, citato da diversi media angloamericani, i morti sarebbero più di 250: tra questi vi sarebbero poliziotti, civili e diversi militari autori del tentato golpe che hanno perso la vita negli scontri notturni avvenuti nella capitale Ankara e a Istanbul. Nel Paese, nelle ore successive al fallimento del colpo di stato tentato da una frangia dell’esercito, è scattata la caccia ai traditori: ammontano a oltre duemila i complottisti finiti in manette (circa 700 si sarebbero consegnati alla polizia) ma nei prossimi giorni il numero è destinato ad aumentare. Fonti turche parlano di circa 150 golpisti ancora asserragliati in una caserma di Ankara mentre il presidente Tayyip Erdogan, subito dopo essere tornato al potere, ha promesso il pugno duro nei confronti dei traditori: «I complottisti pagheranno un caro prezzo – ha detto Erdogan accolto da ali di folla dopo il suo atterraggio avvenuto nella notte allo scalo di Istanbul, liberato dalle forze lealiste -. Ringrazio il popolo turco per essere sceso in piazza a difesa della nazione». Ha usato parole simili anche il premier turco Binali Yldirim: «I golpisti sono nella mani della giustizia e avranno la punizione che meritano. Sono peggio dei combattenti del Pkk, ma la Turchia ha risposto nel migliore dei modi al terrorismo».

militari golpe
Sono più di duemila i militari autori del golpe che sono stati arrestati dalla polizia turca

Le conseguenze: repulisti all’interno dell’esercito

La prima conseguenza del fallito colpo di stato militare in Turchia è stata la decapitazione dei vertici dei putchisti. A fare le spese del fallimento del golpe sono stati i vertici militari turchi: 5 generali e 29 colonnelli sono stati sollevati dai loro incarichi. Umit Dundar è stato temporaneamente nominato nuovo Capo di Stato maggiore al posto di Hulusi Akar, caduto nelle mani dei golpisti e tenuto in ostaggio per diverse ore. Secondo l’agenzia Anadolu, Akar, che è stato tenuto in una base aerea alla periferia di Ankara, è poi stato liberato. Il presidente Erdogan ha accusato per il tentato golpe il suo ex alleato, l’imam e magnate Fethullah Gulen. Ma dagli Stati Uniti, dove si è auto-esiliato, Gulen ha condannato il tentativo di colpo di stato.

golpe turchia
La videochiamata di Erdogan al canale Cnn Turk

«Resistete»: l’appello sullo smartphone diventa storia

Ci sono momenti, immagini, video, che entrano di diritto nella storia. Nella lunga notte turca, con scene simili a quelle di una guerra civile, sono due gli attimi che simboleggiano quanto accaduto nella capitale Ankara e a Istanbul, per ore nella mani dei militari golpisti. Il primo flash, che in pochi attimi ha fatto il giro del mondo, è la videochiamata effettuata dal presidente turco Tayyip Erdogan alla Cnn Turk. Con la tv di stato caduta nelle mani dei golpisti, Erdogan ha parlato alla nazione collegandosi su Facetime, dal quale ha lanciato un appello alla popolazione: «Scendete in strada, sono ancora io il presidente, resistete» ha gridato. In quel momento non si conosceva ancora il destino di Erdogan e molti canali all news riferivano che fosse in volo per chiedere asilo politico in un altro Paese. L’altra immagine storica è invece quella scattata da un fotografo dell’agenzia Reuters di fronte all’ingresso dello scalo internazionale di Istanbul. Nello scatto si vede un civile a torso nudo che si para davanti a un carro armato, sdraiandosi poi di fronte al mezzo. Una scena che a molti ha ricordato quella di Piazza Tienanmen a Pechino.