Il ministro dell’Interno Cazeneuve: «Legami con Isis non comprovati».
La pista terroristica per la strage compiuta a Nizza da Mohamed Lahouaiej Bouhlel resta in piedi, ma gli elementi a supporto continuano a scarseggiare nonostante la rivendicazione dello Stato islamico arrivata 48 ore dopo.
A cinque giorni dal massacro di 84 persone sulla Promenade des Anglais ad opera del 31enne tunisino le indagini della Procura antiterrorismo di Parigi vanno dunque avanti senza tralasciare alcuna ipotesi e la cautela prevale.
Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ieri ha spiegato che «legami tra l’attentatore di Nizza e le reti terroristiche come l’Isis al momento non sono stati comprovati dall’inchiesta. Non possiamo escludere – ha aggiunto – che un individuo squilibrato e violento, dopo una rapida radicalizzazione, si sia lanciato in questo crimine assolutamente spaventoso».
“Le Figaro”, scavando nel passato di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, parla al proposito di “radicalizzazione lampo” per l’uomo, descritto da tutti come scarsamente interessato alla religione e ai precetti islamici. Il quotidiano francese nella sua edizione online spiega che l’ex moglie del 31enne, dal quale si era separato a causa di violenze domestiche, avrebbe detto agli inquirenti che Bouhlel si è radicalizzato in tempi recenti. I suoi vicini di casa hanno parlato di non più di quindici giorni rispetto a giovedì scorso, data in cui è avvenuta la strage. Una versione che, sempre secondo “Le Figaro”, sarebbe stata confermata anche da una delle sette persone arrestate.