LiscaBianca torna a solcare i mari


Nuovo varo per l’imbarcazione dimenticata che negli anni ‘80 fece il giro del mondo

Nella foto dell'album Flickr del progetto "LiscaBianca" le fasi di recupero dell'imbarcazione
Nella foto dell’album Flickr del progetto “LiscaBianca” le fasi di recupero dell’imbarcazione

ROMA – «È difficile, ma si fa». Era il 4 dicembre 2013 e a margine della conferenza stampa di presentazione del “Progetto LiscaBianca-Navigare nell’inclusione” Carlo Treviso, il mastro d’ascia che ne aveva terminato la costruzione nel 1981, battezzava così “l’impresa epica” che si stava delineando: quella di restaurare LiscaBianca, un ketch di legno di circa 11 metri ritrovato pochi mesi prima da un sociologo, Elio Lo Cascio, (sociologo, mediatore penale) e da un progettista navale, Francesco Belvisi, in un cantiere periferico di Palermo dopo oltre 20 anni di abbandono. Più che difficile, tre anni fa sembrava impossibile il recupero della storica imbarcazione che negli anni ‘80 fece il giro del mondo: senza risorse né un piano ben preciso ma “solo” tanto entusiasmo e voglia di lavorare assieme.

Le fasi di restauro dell'imbarcazione e dei suoi particolari componenti
Le fasi di restauro dell’imbarcazione e dei suoi particolari componenti

Partiva così la campagna “Cercasi equipaggio per impresa epica”, una gara contro il tempo per sottrarre LiscaBianca alla demolizione e per aggregare un gruppo di lavoro fatto di professionisti e organizzazioni capaci di avere la visione e il coraggio di portarla avanti. LiscaBianca veniva trasferita in un vecchio capannone agricolo, in montagna, e pochi mesi dopo iniziavano i lavori preliminari al restauro. Oggi, dopo quasi tre anni di duro lavoro e un seguito sempre crescente di appassionati, l’Associazione LiscaBianca riconsegnerà al mare, il prossimo 29 luglio, una barca che porta con sé la romantica storia degli Albeggiani, ma anche molto di più. LiscaBianca ora racchiude anche l’anima e l’entusiasmo di tutti coloro che ci hanno lavorato: i ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni “Malaspina” di Palermo, i giovani della Comunità di recupero Sant’Onofrio di Trabia, i ragazzi del circuito SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che non hanno mai fatto mancare in cantiere la loro forza di volontà e gioia di partecipare, gli infortunati di INAIL in cerca di una nuova occasione di formazione e riscatto.

I lavori di restauro sono durati quasi tre anni
I lavori di restauro sono durati quasi tre anni

«È stato difficile, sì, ma ce l’abbiamo fatta» è il motto che si ripete a Palermo da qualche settimana, e adesso che LiscaBianca è in acqua pronta a navigare, come ogni varo si tratta di un nuovo inizio: il cantiere continuerà a lavorare senza sosta, con maggiori capacità e tecnologie grazie alla collaborazione con il Comune di Palermo che mette a  disposizione un capannone dismesso della Fiera del Mediterraneo. La barca sarà impiegata per percorsi di turismo sostenibile e attività di vela rivolte a persone disabili e in condizioni di marginalità sociale, che altrimenti avrebbero scarso accesso alla navigazione. La cerimonia del varo è in programma venerdì 29 luglio alle 18 a Palermo presso il cantiere Ges.Nav., che ospita l’evento. Un appuntamento con la storia, passata e futura, nel nome di Sergio Albeggiani, che nel 1985 al timone di LiscaBianca scriveva: “Corri, corri Lisca Bianca, barchetta fedele e ardita che porti nelle tue logore manovre, nelle tue vele rattoppate i segreti dell’impegno e della fatica”.