Dossier Swg: nel Mezzogiorno cittadini esasperati. La “rivoluzione” è in cantiere
ROMA – Corruzione, disoccupazione che non accenna a diminuire, criminalità organizzata che controlla tutto o quasi, infrastrutture di serie B. Il disastro ferroviario avvenuto pochi giorni fa sulla tratta Andria-Corato, nel quale hanno perso la vita 23 persone, ha riportato ancora una volta sotto i riflettori buona parte dei problemi che da anni lacerano il Mezzogiorno. Nonostante gli sforzi dell’attuale Governo e di quelli che si sono succeduti nella storia Repubblicana, il divario tra il ricco e produttivo Nord del Paese e il Sud si è sempre più accentuato. Una disparità che, se letta sotto il profilo socio-politico, ha portato al dilagare di sentimenti di rabbia e disgusto dei cittadini che vivono in questa parte del Paese. La conseguenza, come rileva l’ultimo dossier di Swg, è che oggi il Mezzogiorno «è una polveriera pronta ad esplodere» perché il livello di sopportazione è stato ampiamente raggiunto e superato.
«Rabbia, risentimento, disgusto per la politica. Ansia e apprensione per il futuro. Voglia di cambiare e bisogno di mutamenti forti, decisi, netti – sottolinea Swg nella sua analisi -. E poi il nuovo collante: il dito puntato contro tutte le élite; contro i poteri forti (anche locali) che hanno bloccato, fermato, ma, soprattutto, sfruttato e saccheggiato a proprio vantaggio il Mezzogiorno. L’avviso ai naviganti arriva netto è chiaro. L’emergenza Sud non è solo economica e sociale, assume i tratti di un paradigma politico: un processo di radicalizzazione strutturato e consolidato, che trova nella distanza e nell’essere altro rispetto alle vecchie classi dirigenti locali e regionali il collante dell’identificazione». In base ai risultati del sondaggio condotto da Swg, emerge allora come tra i residenti del Sud Italia i sentimenti che prevalgono in questo periodo sono rabbia (48%), disgusto (43%), tristezza (31%) e paura (25%) con percentuali ben superiori ai residenti del settentrione. E più della metà dei cittadini del Sud (51%) è pronto alla rivoluzione, avvertita come unica soluzione agli atavici problemi che caratterizzano questa terra. La percentuale di coloro i quali credono nella strada delle riforme, infatti, è appena al 42%.
L’allontanamento dalla politica è logica conseguenza di tali sentimenti che prevalgono: il 62% prova disgusto nei confronti della classe dirigente italiana, mentre il 49% prova rabbia: «Una rabbia che colpisce, in primis, le persone più adulte, i genitori e i nonni, e fa capolino tra i giovani, insieme ai sentimenti di tristezza e paura. La voglia di cambiare è il fil rouge che unisce le diverse pulsioni. La crisi economica, occupazione e sociale, il vuoto di prospettive che aleggia nelle città e nelle campagne del Sud, incanala le persone verso posizioni politiche radicalizzate. Tre le soluzioni principali secondo i cittadini del Mezzogiorno: in testa c’è una maggiore lotta alla criminalità organizzata (50%). Seguono maggiori investimenti da parte dello Stato (40%) e una nuova classe politica nelle amministrazioni locali (39%).