Piena di problemi l’inaugurazione del Villaggio. Dubbi su sicurezza e organizzazione
Forse più che con le Olimpiadi il Brasile doveva cimentarsi con un nuovo Social Forum, simile a quello del 2001 a Porto Alegre che propose al mondo un modello di equità che ha lasciato traccia e meriterebbe ancora oggi maggior attenzione.
Con l’arrivo invece delle prime delegazioni estere appaiono chiare le molte smagliature che si evidenzieranno nel mese d’agosto. Intanto la Pax olimpica non è assicurata: nelle strade c’è una recrudescenza di episodi delinquenziali, nonostante che il pattugliamento delle medesime spetti a uno dei corpi di polizia più determinati e violenti del mondo.
E quando l’attenzione mediatica sarà tutta posta su Rio è probabile che inizieranno anche marce di protesta e cortei di lavoratori e disoccupati così come avvenne agli ultimi mondiali di calcio.
Il villaggio degli sportivi ha aperto le porte agli ospiti; le carenze strutturali sembra che siano tantissime e questo minicosmo di viali e vialetti in cui realizzare la fraternità decoubertiana sembra che già si stia dividendo fra poveri e ricchi; i prim25i si dovranno arrangiare, mentre gli altri, noi compresi, che hanno risorse, mettono sotto contratto idraulici, arredatori ed elettricisti per completare alloggi che sono il diretto frutto di un Paese in cui la corruzione è dilagante e contamina i livelli più alti di maggioranza ed opposizione.
n questo scenario, il virus Zika, di cui non sono diffusi i dati recenti, è passato al livello di favola metropolitana. Vedremo.