L’opera dell’artista Silvio Giordano racconta, attraverso la storia del celebre madrigalista, l’animo misterioso e tormentato della Basilicata
Misteriosa, passionale, bellissima e spietata: la Basilicata è una terra fatale, di amori profondi che vivono solo se si è disposti ad assecondarli senza remore, mettendo sul piatto il proprio cuore. È una terra che non ama le mezze misure ma forse è proprio questo che la rende meravigliosa. Ed è questo ciò che rende il film “The Prince of Venusia” un degno custode di amori, sogni ed incubi che covano le loro ancestrali radici nella terra lucana.
L’opera racconta gli ultimi strazianti giorni di vita di Carlo Gesualdo, madrigalista, conosciuto come Gesualdo da Venosa (interpretato dall’attore Fabio Pappacena), in quanto fu principe dell’omonimo borgo lucano a cavallo tra il XVI e XVII secolo. Il soggetto, la regia e la sceneggiatura sono di Silvio Giordano, artista, performer e regista che vive tra Potenza e Milano, dove nel 2015 ha partecipato alla Milanesiana, la rassegna dedicata a Letteratura, Musica, Cinema, Scienza, Arte, Filosofia e Teatro ideata da Elisabetta Sgarbi.
The prince of Venusia e la Basilicata
“Girare in Basilicata – spiega Giordano – significa girare in un luogo mistico, esoterico, pregno di una magia ancestrale. La storia di Gesualdo è infatti anche la storia della nostra tradizione magica, la stessa analizzata dal sociologo Ernesto de Martino alla fine degli anni Cinquanta”.
Nel film il principe è perseguitato da cinque coriste da madrigale, spietate come erinni, che danno voce alla coscienza tormentata dell’artista e da cui Carlo Gesualdo cerca di difendersi, chiudendosi all’interno di un pentacolo magico.
“Le coriste, in un certo senso – spiega Giordano – riprendono il tema delle “masciare”, (le fattucchiere della tradizione lucane ndr). È inevitabile non fare riferimento a questi temi quando si gira in Basilicata, una terra crepuscolare, in cui zone di ombra si alternano a squarci di luce pazzesca. E questo avviene sia a livello stilistico e di fotografia che a livello concettuale”.
Il film infatti colpisce lo spettatore oltre che per la trama, per l’impatto visivo delle immagini, potenti come dipinti intrappolati in un attimo. Ciò è dovuto sia all’importante background artistico di Giordano che all’accurato lavoro di editing e color grading del videomaker Dario Molinari.
I madrigali di Gesualdo da Venosa
La storia di Carlo Gesualdo è uno di quei racconti che riecheggia nella tradizione lucana. Giordano, è riuscito a raccontare una storia antica con un linguaggio moderno, spietato e assolutamente attuale.
La forza del film sta proprio nella capacità di creare in modo naturale un legame tra i format della narrazione attuale e un genere musicale che appartiene ormai ad un passato remoto.
“Sono sempre stato appassionato di madrigali – spiega Giordano – . È una musica che agisce sull’inconscio, svegliando quelle immagini che giacciono sopite nello stomaco dello spettatore. È anche l’obiettivo delle mie opere d’arte, solo che mentre io mi affido alle immagini, maestri come Carlo Gesualdo lo hanno fatto con la musica”.
The prince of Venusia: tra arte, cinema e videogames
La prima assoluta del film è stata a Potenza, il 21 luglio, in un cinema Due Torri gremito, nonostante il caldo. “È stato solo il primo passo – spiega Giordano – ora viene la parte interessante: dopo l’anteprima a Potenza abbiamo presentato il film al “Maratea Film Festival”, che quest’anno vanta come ospite d’onore il regista premio Oscar Paolo Sorrentino.
Dopodiché è prevista una proiezione al castello di Pirro del Balzo a Venosa e la presentazione dell’opera in festival italiani e internazionali, gallerie d’arte e musei”.
Giordano però ci confida anche un altro progetto, ambizioso e innovativo. “L’idea sarebbe quella di creare un videogame tratto dal film, ambientato in Basilicata, nei luoghi che fanno da contorno alla tragedia di Gesualdo. Sarebbe un modo per fare riscoprire la bellezza dei madrigali ad una nuova generazione, unendo il fascino della tradizione ad un linguaggio assolutamente innovativo. Del resto, non dobbiamo dimenticare che da un pezzo l’industria dei videogames ha superato quella del cinema”.
LA TRAMA
Il film racconta una delle pagine più scure della vita di Gesualdo da Venosa (1566 – 1613), uno dei più grandi madrigalisti di tutti i tempi. Appartenente alla nobile famiglia napoletana dei Gesualdo, fu principe della città lucana di Venosa. “The prince of Venusia” racconta gli ultimi giorni di vita dell’artista, vissuti tra ossessioni, sensi di colpa e autoflagellazioni.
Carlo Gesualdo infatti, nonostante la sacralità delle sue opere, è un uomo che in vita si è macchiato di un tragico assassinio, quella della moglie e cugina Maria d’Avalos (interpretata dall’attrice Rosangela Lopomo) e del suo amante, Fabrizio Carafa (Mauro Santopietro). Fu il principe ad armare la mano dei sicari che pugnalarono a morte i due amanti, cogliendoli nel momento dell’adulterio.
Il film di Giordano ripercorre a ritroso la vita dell’artista, ossessionato da cinque misteriose figure che daranno voce alla coscienza di Gesualdo alimentandone le ossessioni.