Da Los Angeles l’ipotesi di un ribaltone per Trump
Ce li attendevamo questi sondaggi a favore di Trump e a sfavore di Hillary Clinton.
Diffidare di chi li ha fatti non è possibile; negli Stati Uniti le maggiori testate giornalistiche ci tengono troppo a questi esempi di professionalità. Semmai il fatto che i più sfavorevoli provengano dalla West Coast, quella che ha eletto a suo tempo Schwarzenegger (tra l’altro arrivato in questi giorni in Toscana), dovrebbero ricordare alla candidata democratica che, pur se la politica americana si decide fra New York e Washington, è il ventre molle degli stati rurali che decide chi queste scelte le prenderà. Insomma questi sondaggi segnano una svolta della campagna presidenziale e dicono che non sarà facile, perché non conta ora chi ha le carte in regola per amministrare il mondo, ma chi sa toccare l’interesse e la sensibilità dei cittadini.
I repubblicani arrivano a questo scontro con un candidato troppo colorito, Trump, e lungamente non voluto, ma vantano già la maggioranza al Congresso e hanno saputo stringersi intorno la candidatura quando è stata espressa. Quella della Clinton è ancora fresca, troppo, ma il rassemblement democratico è distante dal compattarsi. Sanders con la voce appoggia Hillary, coi fatti sembra smentirla: un briglia libera ai propri elettori? Confermiamo che il ritorno in vantaggio di una Clinton, ora affaticata, che non buca l’obiettivo, potrà avvenire soltanto mettendo al tappeto l’avversario nei ring mediatici che senz’altro l’America vorrà e pretenderà che si svolgano.