Siria, bombe su ospedale: guerra sempre più sporca


Colpita struttura pediatrica a Idlib. La comunità internazionale resta a guardare

I civili continuano a morire nella Siria flagellata dalla guerra civile
I civili continuano a morire nella Siria flagellata dalla guerra civile

ROMA – La guerra civile siriana si fa sempre più sporca. Dopo l’uso di armi chimiche da parte sia delle forze governative sia dei ribelli, la crudeltà del conflitto non risparmia neppure gli ospedali. Ieri è stato bombardato il più grande centro pediatrico di Idlib, come riporta Save the Children che opera nella struttura. L’organizzazione internazionale ha anche diffuso un video girato dopo l’attacco (visibile qui). Ci sono vittime tra i pazienti e il personale sanitario. L’ordigno ha colpito l’ingresso dell’ospedale, il più grande della zona, che assiste una media di 1.350 donne e 400 parti al mese. Sulla responsabilità del vergognoso attacco c’è incertezza. La guerra in Siria si fa dunque ogni giorno più cruenta e sanguinaria e i civili continuano a pagare il prezzo più alto. In questo quadro la comunità internazionale, bloccata dalla divisione tra Russia e Stati Uniti, resta ancora una volta a guardare. I numerosi vertici internazionali sulla questione siriana si sono risolti sempre in un nulla di fatto. E oggi servono a poco le condanne – unanimi – di gesti spregevoli come le bombe sugli ospedali. Che erano già stati colpiti a fine aprile. Sempre in Siria come dimostra la foto di Msf in home page, che riproponiamo. In quel caso a lanciare l’allarme fu Medici senza Frontiere. L’organizzazione lanciò un appello affinché la comunità internazionale intervenisse in Siria per proteggere gli ospedali. Nessuno, però, da allora si è mosso.

Fbi: ondata di terroristi in arrivo in Europa dalla Siria

Chi approfitta dell’immobilismo è l’Isis che controlla aree della Siria nelle quali recluta e addestra combattenti pronti ad immolarsi. Come affermato ieri da James Comey, numero uno dell’Fbi, centinaia di jihadisti sono pronti a partire dalla Siria per colpire in Europa e negli Usa. Comey ha parlato di “una diaspora di terroristi dalla Siria come non l’abbiamo mai vista finora”. Il tempo per risolvere la questione siriana è già scaduto da un pezzo. Resta solo da capire quante altre vittime innocenti dovranno essere sacrificate sull’altare dell’indecisione delle potenze mondiali.