Senato approva il ddl: ecco cosa cambia
ROMA – Il Governo dichiara guerra al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Il primo passo è stato fatto lunedì con l’approvazione al Senato, senza voti contrari, del disegno di legge che tra le misure inasprisce le pene per chi sfrutta manodopera a basso costo nei campi. In attesa del passaggio alla Camera per la conversione in legge, le intenzioni del Parlamento contro la piaga del caporalato sono chiare. Niente sconti ai “caporali” e più tutele per chi, finora, è stato vessato e costretto a lavorare in condizioni disumane. Il provvedimento licenziato lunedì a Palazzo Madama ha infatti l’obiettivo di rafforzare la lotta al fenomeno criminale dello sfruttamento dei lavoratori agricoli. Tutto ciò attraverso un intervento organico e coordinato delle Istituzioni. Confisca dei beni come avviene con le associazioni mafiose e responsabilità diretta del datore di lavoro sono due tra le novità contenute nel ddl. Il provvedimento introduce anche altri strumenti penali a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura. Tra questi rientrano ad esempio l’arresto in flagranza e l’estensione della responsabilità degli enti. In Senato è stato introdotto l’allargamento del reato anche attraverso l’eliminazione della violenza come elemento necessario. Un aspetto che rendeva più complessa l’applicazione effettiva della norma. La nuova legge prevede anche il controllo giudiziario sull’azienda che consentirà di non interrompere l’attività e la semplificazione degli indici di sfruttamento. Per la prima volta, inoltre, il Parlamento ha deciso di estendere le finalità del Fondo anti-tratta anche alle vittime del delitto di caporalato. Ciò tenuto conto dell’omogeneità dell’offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro. Il ddl rafforza anche l’operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata nel 2014 con il provvedimento “Campolibero” e attiva dal 1 settembre 2015. Con la norma si estende l’ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l’immigrazione, le istituzioni locali e i centri per l’impiego. Ma anche i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura. Allo stesso tempo si stabilisce l’estensione dell’ambito delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, presieduta dall’Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni.
Il Ministro Martina: norme cruciali per sradicare la piaga del caporalato
Si respira aria di grande soddisfazione al Ministero delle politiche agricole dopo il via libera del Senato al ddl contro il caporalato e il sommerso. «È una legge cruciale – commenta il titolare del dicastero, Maurizio Martina – per sradicare una piaga inaccettabile come il caporalato. Ora mi auguro che la Camera faccia presto e renda definitivo il provvedimento. La nuova legge rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca e rendendo più forte la Rete del lavoro agricolo di qualità. È una battaglia che ci riguarda tutti, a partire dal mondo agricolo che si mette alla guida del cambiamento». «Negli ultimi dodici mesi – aggiunge Martina – abbiamo alzato il livello di risposta dello Stato contro i caporali. I controlli sono aumentati del 59% in un anno. Sono operative task force nei territori a rischio con ispezioni condotte da ispettori del Lavoro, Carabinieri e Forestale. Nelle prefetture abbiamo creato specifiche cabine di regia per azioni di accoglienza e assistenza ai lavoratori immigrati. C’è tanto da fare, ma da parte nostra la determinazione è massima».
Coldiretti: «Ora intervenire su prodotti agricoli sottopagati»
Da Coldiretti arrivano il plauso al via libera del Senato al ddl contro il caporalato e un invito al Governo. «Ora occorre intervenire per rompere la catena dello sfruttamento che inizia dal sottopagare i prodotti agricoli pochi centesimi» spiega l’associazione. «Occorre combattere senza tregua il becero sfruttamento che colpisce la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli. Ma serve anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta la filiera, dal campo alla tavola. Ciò per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda ambiente, salute e lavoro – aggiunge Coldiretti -. L’equa distribuzione del valore non è possibile se le arance nei campi sono sottopagate a 7 centesimi al chilo e i pomodori poco di più».