Gli studi dimostrano l’impatto del fumo passivo anche in spiaggia
In alcune spiagge (vedi Bibione) è già in vigore da tempo il divieto di fumare sotto l’ombrellone ma il Codacons chiede di più. Secondo le associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori infatti, i tempi sono maturi per estendere il divieto a tutte le spiagge italiane.
La motivazione è legata soprattutto al fatto che, nonostante la spiaggia sia un’ambiente aperto, prevede la presenza di molte persone concentrate in uno spazio relativamente esiguo.
Gli studi del Codacons.
Le ricerche scientifiche svolte da ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori sulla spiaggia di Bibione (Venezia) – prima località balneare italiana ad avere bandito, nel 2014, il fumo sulla battigia hanno avuto risultati significativi.
In certe condizioni infatti, l’inquinamento generato dalle sigarette fumate sotto gli ombrelloni può superare quello che si registra in una zona ad elevato traffico di auto. Più precisamente è stato rilevato che sottovento ai fumatori, alla distanza di circa 10 metri, con una velocità media del vento di 2,7 m/sec, si generano picchi molto elevati di inquinamento (250 ng/mc), che si verificano contemporaneamente alla percezione olfattiva.
La normativa vigente sul fumo all’aperto.
Esistono già regole che vietano di fumare in luoghi aperti, nello specifico quando si è in presenza di donne in stato di gravidanza o nelle “pertinenze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri e istituti pediatrici”.