Stop al costume islamico in alcune spiagge francesi fa discutere anche in Italia
ROMA – Ferragosto è passato da poco e con la politica in ferie, come gran parte degli italiani, nei giorni di vacanza che restano uno degli argomenti di maggior dibattito sotto all’ombrellone sarà quello del burqini o “burkini”. Il costume intero realizzato per le donne di fede islamica, che lascia scoperti solo viso, mani e piedi, sta facendo discutere in Francia dove alcune municipalità marittime lo hanno vietato. Tra queste c’è Cannes, dove sono state elevate anche le prime contravvenzioni in spiaggia a musulmane sbigottite di fronte al verbale della gendarmeria. Ne è seguita una diatriba politica non indifferente.
Il primo ministro Manuel Valls ha definito il capo di abbigliamento, disegnato dalla stilista australiana di madre libanese, Aheda Zanetti, «incompatibile con i valori della Francia. Questo tipo di costume è l’espressione di un’ideologia basata, tra l’altro, sull’asservimento della donna» ha aggiunto. Il premier francese si è schierato apertamente dalla parte delle municipalità che lo hanno vietato e che continuano ad aumentare. Ad oggi sono sette, tra chi ha già emanato l’ordinanza restrittiva e chi ha promesso di farlo. Oltre alla già citata Cannes figurano nella lista Villeneuve-Loubet e Mandelieu-la-Napoule, in costa d’Azzurra. Più giù, vicino al confine con la Spagna, c’è Leucate. Si è accodata anche la municiplaità di Sisco in Corsica, mentre nelle coste del Nord del Paese il burkini è stato vietato a Touquet, in Normandia, e a Oye-Plag.
L’eco della diatriba in breve ha varcato le Alpi e anche in Italia la discussione non ha tardato ad accendersi. La Lega è stata la prima a muoversi e ha chiesto il divieto nelle nostre spiagge. Sarebbe addirittura pronto un ordine del giorno in Lombardia, per vietarlo in piscina. Il testo dovrebbe arrivare in aula a settembre. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha detto no: «Potrebbe essere una provocazione per attirare attentati». Alla fine l’impressione è che, in un momento storico delicato come questo, quella sul burkini non sia altro che una zuffa pretestuosa, destinata a scomparire quando gli ombrelloni si chiuderanno e l’estate sarà ormai solo un ricordo.