Editoriale, esperti Uci negano complotto scie chimiche


Il complotto delle scie chimiche risale al 1996
Le scie in cielo. Studiosi sostengono che sono fatte di vapore acqueo

Studiosi californiani aggiungono il loro no alla dannosità delle tracce in cielo

Le scie chimiche sono una bufala. Lo mettono per iscritto 77 ricercatori della University of California, sita a Irvine nella contea di Orange. Settantasei di essi hanno ravvisato che le scie sono provocate da condensa acquosa che, in ragione, della maggior tecnologia dei motori di aereo, della maggior presenza di velivoli in cielo ed in conseguenza dell’effetto serra risultano maggiormente permanenti e visibili. Solo uno di essi, ed in un solo caso, ha ravvisato concentrazioni sospette di bario, senza però rilevarne a terra una conseguenza.

La teoria complottistica delle scie chimiche dura dal 1996 quando per la prima volta l’Air Force Usa fu accusata di irrorare per diverse e incomprese ragioni il cielo di composti inquinanti; l’offesa reazione dell’aeronautica militare non fugò i dubbi, ma da allora – pur essendo argomento discusso ad ogni livello (in Italia anche in Parlamento) – le fonti pubbliche hanno sempre negato la consistenza di tali accuse.

Quindi prendiamo atto del nuovo studio, anche se a dar credito a David Icke, primo teorizzatore dell’esistenza dei rettiliani e del loro complotto mondiale, non possiamo fare a meno di rilevare che la University of California che poggia sugli sponsor la propria sostenibilità, ha un auditorium offertole dalla McDonnell Douglas e, dopo l’acquisizione di quest’ultima da parte della Boeing, corsi di formazione di ingegneria  con il sostegno della multinazionale di Chicago.