La storia di San Roberto
San Roberto è collocato geograficamente a 265 m s.l.m. sul versante tirrenico aspromontano della provincia di Reggio Calabria, sulla destra del torrente Catona.
Una posizione che gli consente di ricevere l’influenza dell’altura, essendo alle falde dell’Aspromonte e quel piacevole tepore del Mare Nostrum di cui ne gode anche la vista. Fondato probabilmente verso la metà del XIV secolo, come casale della Baronia di Fiumara, ne ha seguito le sorti feudali.
Nel 1392 il feudo è posseduto da Enrico Sanseverino, erede della famiglia Lauria, fatto uccidere nell’anno 1400 da re Ladislao di Durazzo, il quale passa il feudo a Guglielmo Ruffo di Sinopoli già intestatario di Calanna.
San Giorgio il Patrono del piccolo centro
La festa patronale come in tutti i centri della Calabria diventa momento non solo cristiano, ma socio culturale.
Il culto verso il Santo Cavaliere e Martire Giorgio è forte! E a San Roberto il 23 aprile il Beato veniva venerato da una miriade di “figli “spirituali.
Oggi, cambia la data per permettere che i sanrobertesi arrivano da tutte le parti del mondo. In tanti sono emigrati dall’altra parte della terra, che solcano anche l’oceano per seguire, in processione, quelle usanze tanto care nei ricordi, per le vie del paese.
Si “bussa” alle porte dei paesani la prima domenica di agosto e il lunedì con la cerimonia, per le strade, dove barocchi e filati, ricami e merletti, spuntano dai balconi degli abitati.
Una rara felce tropicale dimostra l’ecosostenibilità
Un “isola felice “la realtà di san Roberto in cui trova il suo habitat la Woodwardia Radicans una rara felce tropicale antica che risale all’epoca terziaria.
Dalle fronde lunghissime che arrivano a oltre tre metri di lunghezza. La si può osservare grazie ad un sentiero naturalistico che porta al Passo del Falco.
In poche zone posa le sue radici in Italia sui Peloritani in Campania, Sicilia e, appunto, in Aspromonte. Esemplari che nel mondo hanno fatto una storia. Certamente anche altre isole fitogeografiche incominciano a presentare degli esemplari in cui l’humus è incontaminato.
Il sindaco Roberto Vizzarri
È un caso straordinario che un sindaco per la terza volta consecutiva, quindi terzo mandato amministrativo, venga rieletto dalla cittadinanza. Ma il modo che sorprende è la maniera in cui ha fatto campagna elettorale non avendo una casacca d’appartenenza. Insomma non è né di destra e neppure di sinistra, ma in questo caso ha vinto l’uomo.
Roberto Vizzari è il primo cittadino che con la verve lungimirante che lo contraddistingue è il più amato dei sindaci della Piana, per la sua semplice, umile disponibilità che mostra verso i suoi concittadini e per il modo in cui ha gestito la sua candidatura. Amministrando bene, senza divisioni con uomini di ogni appartenenza politica. Avrà una ricetta segreta? Ma ha anche fatto nei passati lustri, tanti progetti che hanno reso il paese una perla di efficienza, di servizi e di progettazione.
Non vuole parlare di politica questa di ultima generazione: “non lo rappresenta”. Infatti, si è sempre presentato con liste civiche con ricambi generazionali anche di altre “parentele” politiche. È il presidente del consiglio direttivo dell’associazione Area Comuni dello Stretto che comprende 14 comuni, cercano di fare rete e abbattere la burocrazia che tanti danni ha creato all’indotto socio-amministrativo e, soprattutto: delegittimare la reggenza mafiosa seguita dalla spocchia del potere.