La più forte, di magnitudo 6.0, alle 3:36 nel Reatino. Poi due repliche vicino a Norcia
ROMA – Un boato, fortissimo, e poi solo distruzione, macerie e lacrime. L’Italia centrale nel cuore della notte è stata svegliata da una serie di terremoti impressionante, che hanno seminato paura e sangue – le vittime sono più di venti – nelle zone più vicine agli epicentri.
L’epicentro
La prima scossa, di magnitudo 6.0, è stata avvertita nella zona dell’Appennino centrale alle 3:36 e l’epicentro è stato localizzato ad Accumoli, in provincia di Rieti. I comuni più vicini all’epicentro (4 chilometri di profondità) e più colpiti sono quelli di Accumoli, Amatrice, e Arquata del Tronto.
Il terremoto ha interessato anche le province di Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo. Da quel momento ci sono state numerose repliche, avvertite più o meno indistintamente in mezza Italia, da Bologna a Napoli.
Gli strumenti dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato altri 39 eventi sismici di magnitudo pari o maggiore di 3.0. I più forti sono avvenuti nella zona di Norcia, in provincia di Perugia. Qui le scosse sono state due nel giro di un minuto: la prima alle 04:32 di magnitudo 5.1 e la seconda alle 04:33 di magnitudo 5.4 e l’epicentro è stato individuato in entrambi i casi ad una profondità di 9 chilometri.
Il terremoto
L’Ingv ha ricostruito il meccanismo focale, un simbolo che permette di indicare contemporaneamente tre parametri geometrici della faglia che ha generato il terremoto: l’orientazione e la pendenza del piano di faglia, e la direzione del movimento su di esso, cioè come si è mossa la faglia.
«Il meccanismo focale indica il movimento di una faglia di tipo estensionale con piani orientati Nord/Nordovest-Sud/Sudest, in coerenza con la distribuzione degli aftershocks e con il regime tettonico dell’Appennino. La zona interessata dalle repliche, dette aftershocks, che in prima approssimazione rappresenta l’estensione della faglia attivata, è pari a circa 25 km ed è allineata in senso Nord/Nordovest-Sud/Sudest» ha spiegato l’Ingv in una nota.
La zona dell’Italia centrale colpita dalle tre scosse di terremoto rientra nella fascia ad altissima pericolosità sismica che corre lungo l’asse della catena appenninica. L’area del Reatino, dove è stata registrata la prima scossa di magnitudo 6.0, era già stata colpita da tre principali terremoti storici avvenuti nel 1639 (magnitudo 6.2), 1646 (magnitudo 5.9) e nel 1703 (magnitudo 6.9).
Colpite Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria
La localizzazione I comuni entro 10 chilometri dall’epicentro sono Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), mentre i comuni entro 20 chilometri dall’epicentro sono 23. Nel Lazio quelli di Amatrice, Cittareale, Posta, Borbona e Leonessa in provincia di Rieti. Nelle Marche Acquasanta Terme, Montegallo, Montemonaco e Roccafluvione in provincia di Ascoli Piceno; Castelsantangelo Sul Nera, Ussita e Visso in provincia di Macerata. In Abruzzo Montereale, Campotosto e Capitignano in provincia de L’Aquila; Valle Castellana, Rocca Santa Maria e Cortino in provincia di Teramo. Infine in Umbria i comuni a 20 chilometri dall’epicentro sono Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo, e Preci tutti in provincia di Perugia.