Furti in negozi e botteghe artigiane aumentati del 170%


Allarme della Cgia di Mestre: boom di furti negli ultimi dieci anni

Il 77% dei furti nei negozi resta impunito
Il 77% dei furti nei negozi resta impunito

ROMA – Già in ginocchio per la crisi economica, le attività commerciali e artigiane negli ultimi anni hanno dovuto fare i conti con la nuova minaccia rappresentata dai ladri. Se nel complesso, infatti, i furti sono in diminuzione, quelli nei negozi commerciali e nelle botteghe artigiane, che rappresentano il 10% circa del totale dei furti denunciati all’Autorità giudiziaria, sono invece in fortissima crescita.

Negli ultimi 10 anni sono aumentati addirittura del 170%. A lanciare l’allarme sicurezza è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha elaborato i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e quelli Istat. Nel 2014, ultimo anno in cui sono disponibili le statistiche, le denunce hanno sfiorato le 106.500 unità: tra furti e spaccate è stato calcolato che si sono verificati mediamente 292 reati di questo tipo al giorno; 12 ogni ora, praticamente uno ogni 5 minuti. E non è da escludere che negli ultimi 20 mesi la situazione sia peggiorata ulteriormente.

Se nel 2004 il numero di furti presso le attività commerciali/artigianali è stato di poco superiore alle 39.300 unità, nel 2007 ha toccato il picco massimo di questo ultimo decennio: 107.465. Nel biennio 2008-2009, invece, il numero di denunce ha registrato una leggera caduta, anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare costantemente, fermandosi, nel 2014, a quota 106.457.

«L’impiego sempre più massiccio dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto e il ricorso agli istituti di vigilanza hanno trasformato moltissime attività economiche in piccoli bunker – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo -. Nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di contrasto ai furti non sono riuscite a scoraggiare i malintenzionati. Anzi».

«Le regioni più colpite – segnala il segretario della Cgia, Renato Mason – sono quelle del Centro-Nord. Sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, la Toscana, il Piemonte, il Veneto e il Lazio sono state le realtà più colpite da questo reato contro il patrimonio. Sebbene i furti presso le attività economiche siano in costante crescita anche nel Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione meno preoccupante che nel resto del Paese».

E nonostante l’insostituibile azione di prevenzione/contrasto condotta sul territorio dalle forze dell’ordine – segnala la Cgia – il 77,3% dei furti nei  negozi rimane impunito. Vuol dire che nel corso dell’anno solo nel 22,7% dei casi denunciati, i responsabili vengono consegnati all’Autorità giudiziaria. I territori che presentano le situazioni più preoccupanti sono la Basilicata (81,4% di delitti dove non si è scoperto l’autore), le Marche (81,7%), la Puglia (82,6%) e la Campania (85,9%). Dati sconfortanti che, purtroppo, hanno contribuito a gettare nello sconforto molti operatori economici. In particolar modo quelli che hanno subito queste scorribande più di una volta.

I negozi che usano molto contante sono quelli più esposti al rischio
I negozi che usano molto contante sono quelli più esposti al rischio

Le attività che usano molti contanti sono quelle più a rischio furti

Le attività più a rischio sono quelle che utilizzano pagamenti in contanti, come i distributori di carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi, etc.), le gioiellerie/orologerie e le tabaccherie. Non meno interessate dall’azione dei delinquenti sono i negozi di alimentari, le attività di autoriparazione, i panifici, le gelaterie/pasticcerie, i negozi di vendita di apparecchiature elettroniche e di elettrodomestici, la telefonia, i negozi di abbigliamento, le ferramenta, le attività di bigiotteria, le attività di vendita e di riparazione delle biciclette, i parrucchieri e le estetiste.

Ma la cosa più sorprendente riguarda la cittadinanza e la provenienza dei malviventi: oltre il 60% degli arrestati era straniero e “solo” il 40% circa di nazionalità italiana. Tra gli stranieri catturati poco più di uno su 4 era di nazionalità romena.