Dieta vegana per bambini, la Brambilla dice sì


Al Veganfest di Bologna l’ex ministro si schiera con i favorevoli

La dieta vegana per i bambini continua a far discutere
La dieta vegana per i bambini continua a far discutere

ROMA – Nelle ultime settimane, anche grazie a due casi saliti agli onori delle cronache, l’Italia è tornata ad interrogarsi e a dividersi sulla validità della dieta vegana per i neonati e, in generale, per i più piccoli.

Il primo caso che riguarda il discusso regime alimentare è arrivato a inizio settembre da Milano, dove il Tribunale dei Minori ha affidato ai nonni materni il bambino che a luglio era stato ricoverato al Policlinico San Donato in stato di denutrimento e con problemi cardiaci.

Il piccolo, come avevano appurato le indagini della polizia locale, era alimentato dai genitori seguendo i dettami della dieta vegana: niente cibo di derivazione animale, compresi latte e uova. Il Tribunale dei minori del capoluogo lombardo non ha vietato alla madre di vedere il bambino ma ha imposto ai nonni di fargli seguire una dieta corretta.

Il secondo caso risale invece allo scorso giugno, quando a Genova una bambina di due anni era arrivata in condizioni disperate all’ospedale Gaslini ed era stata trasferita nel reparto di rianimazione.

Salvata dai medici, la piccola quando era arrivata al nosocomio del capoluogo ligure aveva un peso molto inferiore alla media, scarsa reattività e movimenti rallentati. I sanitari avevano individuato la causa nel regime di dieta vegana a cui l’avevano abituata fin dalla nascita i genitori. In particolare i medici del Gaslini avevano riscontrato nella bambina valori estremanente bassi di emoglobina e la carenza di vitamine, tra cui la B12.

Anche questo caso fu segnalato agli assistenti sociali e numerosi esperti, subito dopo aver appreso la notizia, avvertirono ancora una volta del pericolo per i bambini in tenera età di una dieta così estrema. 

«La dieta vegana non è una bizzarria»

La presa di posizione è arrivata al Veganfest di Bologna
La presa di posizione è arrivata al Veganfest di Bologna

A schierarsi apertamente dalla parte della dieta vegana è l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla: «Qualsiasi genitore responsabile ricorrerà al consiglio di un pediatra competente prima di estendere ai propri figli, specie se in tenerissima età, la sua personale scelta dietetica di adulto. Ma sia chiaro: la dieta vegana non è una bizzarria o peggio ancora un’aberrazione, ma un’opzione riconosciuta come valida dal ministero della Salute e sempre più diffusa nel nostro Paese, per le motivazioni più diverse. Per rispetto verso gli animali, per tutelare l’ambiente, perché dà benessere. Chi sceglie “veg” non può finire, solo per questo, sul banco degli imputati».

Al Veganfest di Bologna la presidente della Lega Italiana per la difesa degli Animali e dell’Ambiente ha attaccato a testa bassa i presunti casi di “malnutrizione” di bambini “vegani”.

«Proprio per diffondere corrette conoscenze – ha aggiunto la Brambilla – sarebbe opportuno attivare nelle scuole iniziative di promozione delle diete a base vegetale e rendere obbligatoria, nelle mense pubbliche e private convenzionate, nelle caserme, negli ospedali, negli istituti penitenziari, nella refezione scolastica, l’offerta di menù alternativi vegetariani e vegani a completo valore nutrizionale».