Bebe Vio: l’oro che ha commosso l’Italia


La 19enne azzurra stupisce il mondo alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro

Bebe Vio, a 19 anni, è diventata anche campionessa paralimpica
Bebe Vio, a 19 anni, è diventata anche campionessa paralimpica

ROMA – Non c’è stata solo lo splendido trionfo di Alex Zanardi a regalare emozioni a cascata nella giornata d’oro, in tutti i sensi, vissuta dalla spedizione azzurra alle Paralimpiadi Di Rio.

C’è, infatti, una vittoria che va oltre lo sport e che ha commosso l’Italia, quella di Beatrice Vio, per tutti “Bebe”, che dal Brasile ha staccato un biglietto di sola andata per la storia. Quella della scherma azzurra e quella olimpica, dopo aver dominato a livello europeo e mondiale.

La campionessa veneta, colpita a 11 anni da una meningite fulminante che costrinse i medici ad amputarle avambracci e gambe a causa di un’infezione, sulla pedana di Rio ha stupito il mondo ha ottenuto la consacrazione anche sul palcoscenico paralimpico.

Si è messa la medaglia d’oro al collo nella sua specialità, il fioretto di categoria B. Decisiva la vittoria, in finale, sulla cinese Zhou (15-7).

In precedenza l’azzurra, dopo aver superato la fase preliminare, aveva sconfitto la polacca Makovska ai quarti per 15-6 e, in semifinale, la cinese Yao (15-1).

«Bebe Vio è un talento straordinario, ha una capacità di vincere facendo sembrare la cosa come la più naturale del mondo» ha ammesso con un pizzico di commozione il Presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli.

«Ma dietro a questi successi – ha aggiunto – c’è una programmazione seria, c’è un lavoro di anni per arrivare a questo appuntamento nella miglior forma possibile, fisica e mentale».

Il futuro, considerando la giovane età di Bebe Vio (19 anni), è tutto dalla sua parte: «Bebe è una delle migliori ambasciatrici del nostro movimento – ha affermato ancora Pancalli – e potrà regalarci ancora tante Paralimpiadi a questi livelli. Grazie, Bebe, per questa vittoria, per come l’hai maturata e per le emozioni che ci trasmetti ogni volta che vai in pedana».