La decisione verrà presa nel prossimo Consiglio dei ministri
ROMA – Ancora qualche giorno e poi si saprà con esattezza la data del referendum sulle riforme costituzionali. La data da segnare con il circoletto rosso sul calendario è quella del 26 settembre quando si riunirà il Consiglio dei Ministri che stabilirà quando gli elettori saranno chiamati alle urne per la consultazione popolare sul pacchetto di rifome varato dall’Esecutivo.
Ad annunciarlo, stamani a “Uno Mattina”, è stato il premier Matteo Renzi. La scelta della data del referendum dovrebbe cadere per i primi giorni di dicembre.
Il Presidente del Consiglio nel corso della trasmissione ha toccato anche diversi altri temi caldi, come quello della nuova legge elettorale, l’Italicum. Renzi ha proseguito sulla linea di apertura già manifestata nei giorni scorsi e ancora una volta ha affermato di essere disponibile a modifiche.
«Per me è un’ottima legge elettorale, ma se qualcuno ha ha idee migliori le tiri fuori – ha detto il premier -. Se ci viene chiesto se siamo disponibili a cambiare la legge elettorale come segnale di ascolto e apertura io rispondo: assolutamente sì».
Il prossimo passo del Governo, oltre alla scelta della data del referendum, sarà dunque quello di imbastire un dialogo con le altre forze politiche sulla legge elettorale. «Chiederemo agli altri partiti delle opposizioni quali sono le loro idee, altrimenti è una discussione surreale» ha aggiunto Renzi.
Dal Movimento 5 stelle sono arrivate le prime aperture in tal senso: i pentastellati, che restano trincerati sul “No” al referendum, si sono però detti disponibili ad affrontare la questione Italicum.
La linea ufficiale di Forza Italia emergerà invece domani quando a Milano Stefano Parisi riunirà i vertici nella convention che delineerà il futuro del partito azzurro. Allo Spazio MegaWatt in zona Tortona si capirà anche se l’ex candidato sindaco, sconfitto nel duello per il capoluogo lombardo da Beppe Sala, potrà ricevere l’investitura come nuovo leader del centrodestra, posto rimasto vacante dopo l’allontanamento dall’arena politica di Silvio Berlusconi.