Il sindaco de Blasio: «Atto intenzionale, nessuna certezza che si tratti di terrorismo»
ROMA – Momenti di panico a New York, che ripiomba nel terrore dopo l’esplosione di un ordigno piazzato nel cuore di Manhattan.
La deflagrazione è avvenuta nel quartiere di Chelsea, tra la 23ª strada e la 7ª Avenue, e ha provocato almeno 29 feriti. Uno, secondo le ultime informazioni, sarebbe in gravi condizioni.
L’esplosione dell’ordigno, nascosto in un cassonetto secondo le prime ricostruzioni, ha mandato in frantumi le vetrine di diversi locali adiacenti, affollati di gente alle 20:30 ora locale del sabato sera.
«È stato un atto intenzionale ma non ci sono certezze che si tratti di terrorismo» ha spiegato il sindaco di New York, Bill de Blasio, accorso sul luogo della forte esplosione. Finora non c’è stata inoltre alcuna rivendicazione.
Non ci sono segnali di minacce credibili da parte di organizzazioni terroristiche. La città non si lascerà intimidire» ha poi aggiunto.
La polizia, accorsa sul luogo dell’esplosione assieme all’Fbi, ai vigili del fuoco e ai paramedici che hanno prestato i primi soccorsi ai feriti, ha trovato poco lontano dal luogo dell’esplosione un altro ordigno.
Una pentola a pressione da cui spuntavano alcuni cavi, simile a quella utilizzata dagli attentatori della maratona di Boston, è stata individuata dagli agenti a quattro isolati dal quartiere di Chelsea.
È stata invece smentita la notizia del ritrovamento sulla Quinta Avenue di un terzo pacco sospetto, sul quale le autorità di New York avevano mantenuto il riserbo. I media americani hanno confermato che si è trattato di un falso allarme.
Dopo l’esplosione Assemblea Generale dell’Onu blindata
L’esplosione è avvenuta alla vigilia dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevista per domani.
A New York sono attesi i capi di stato di diverse nazioni oltre al presidente americano Barack Obama, che si trovava a Washington al momento dell’esplosione per partecipare ad un incontro elettorale con Hillary Clinton.
Domani il vertice Onu sarà blindato: sul tavolo c’è soprattutto la questione siriana. La già fragile tregua nel Paese mediorientale, frutto di un accordo tra Washington e Mosca, è stata violata più volte nel corso di questa settimana.
Proprio ieri la Russia aveva attaccato gli Stati Uniti, colpevoli di aver ucciso diversi militari fedeli al governo di Damasco in alcuni raid anti terrorismo condotti sotto l’egida della coalizione internazionale.
L’amministrazione Obama si è scusata per l’incidente ma il portavoce del ministro degli Esteri russo Lavrov ha puntato il dito contro la Casa Bianca: «Ormai è evidente che difende l’Isis» ha detto Maria Zakharova.