La presidente della onlus, Brambilla: «Pene più severe per i criminali che li utilizzano»
ROMA – Due cani utilizzati per combattimenti clandestini, maschio e femmina, di razza “dogo argentino”, sono stati sequestrati ieri mattina a Lecco da agenti del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, alla quale gli animali sono ora affidati.
Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’onlus animalista, ha ringraziato la magistratura e il Corpo forestale per l’impegno profuso nella repressione di un reato «particolarmente odioso e ripugnante».
I cani, sequestrati per evitare che fossero impiegati in cruenti match con altri cani, sono stati prima visitati dal veterinario e poi condotti in un luogo sicuro.
L’operazione, su decreto della Procura di Urbino, trae origine dall’inchiesta che ha consentito di individuare gli organizzatori di un giro di combattimenti clandestini in varie Regioni del Nord e del Centro Italia e che ha già portato, nel giugno scorso, al rinvio a giudizio di dieci persone per i reati di combattimento tra animali, uccisione e maltrattamento di animali.
Alcuni degli imputati filmavano gli incontri, cane contro cane o cane contro cinghiale, con telecamere e cellulari.
«Purtroppo – sottolinea la Brambilla – bande criminali grandi e piccole percepiscono i combattimenti tra cani come un’attività “a basso rischio” con ottime prospettive di guadagno e ci si buttano a capofitto».
«Ecco perché occorrono pene più severe e perché occorre trasformare in certezza la possibilità di finire in galera. La proposta di legge che ho depositato alla Camera prevede non soltanto l’inasprimento delle sanzioni penali per chi promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica, ma anche la punibilità di chi vi partecipa a qualsiasi titolo».
I combattimenti di cani in Italia
Secondo gli ultimi dati ufficiali i combattimenti tra cani rappresentano una vera e propria emergenza. Nel 2015, rispetto all’anno precedente il numero di animali sequestrati è aumentato del 64%, quello delle persone denunciate del 110%.
Complessivamente si tratta di 46 cani, tra cui 30 pit bull, e 21 persone denunciate, tra cui un minorenne. Un combattimento è stato interrotto in flagranza.
Fanno da sfondo a questa triste realtà contesti di illegalità, degrado e criminalità diffusi.
Nel giro delle “arene” più o meno improvvisate sono stati accertati reati come detenzione di armi clandestine, furto di energia elettrica, ricettazione, possesso di droga, rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente impiegate nei combattimenti.
Sul web non mancano pagine o profili di Facebook che esaltano lotte e “campioni”.