Firenze – “L’Italia deve smettere di aver paura della globalizzazione e tornare ad essere leader, a partire da turismo ed enogastronomia, e il Chianti Classico rappresenta uno straordinario strumento di successo per il nostro Paese”. Con queste parole il premier Matteo Renzi è intervenuto ieri alle celebrazioni del 300esimo anniversario della prima delimitazione del territorio del Chianti Classico, che hanno riunito al Teatro dell’Opera di Firenze le più alte cariche istituzionali, i rappresentanti della città e della regione con il Sindaco Dario Nardella e il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani e i rappresentanti più autorevoli dell’universo enologico italiano e internazionale.
“Dobbiamo vivere questo anniversario con lo sguardo rivolto al futuro – ha continuato il Presidente del Consiglio – perché l’industria del vino produce oggi 5,5 miliardi di euro di fatturato l’anno e si stima che nel 2020 possa arrivare a 7 miliardi. Dobbiamo difendere il made in Italy, c’è bisogno di investire e il Consorzio del Chianti Classico – ha dichiarato Renzi – lo ha fatto quando ancora nessuno ci pensava: considerate il Governo e il Parlamento al vostro fianco”.
“A 300 anni dalla nostra denominazione – ha ribadito il Presidente del Consorzio Sergio Zingarelli – presentiamo l’avvio di tre progetti che daranno ulteriore linfa al territorio a cui apparteniamo, alle 600 aziende che costituiscono il Consorzio del Gallo Nero e alle oltre 6mila persone a cui danno lavoro direttamente”.
“Il Chianti costituisce senza dubbio uno dei Distretti più importanti dell’agroalimentare italiano – continua Zingarelli – e per tale motivo deve ottenere il suo riconoscimento ufficiale”. A partire dalla costituzione del Distretto Rurale del Chianti, “che consentirà a imprese e istituzioni di utilizzare al meglio gli strumenti finanziari e normativi oggi disponibili, pianificando investimenti pubblici e privati in una cornice di programmazione comune”.
Un ulteriore importante attestato potrebbe arrivare dall’Unesco, a cui il Consorzio ha presentato la candidatura del territorio come patrimonio dell’umanità. La decisione, già deliberata dall’Assemblea dei Soci lo scorso febbraio, è stata ufficializzata dalla Conferenza dei Sindaci a sostegno dell’iniziativa.
E’ già realtà, invece, l’accordo di collaborazione tra il Chianti Classico e lo Champagne, non solo il vino più celebre al mondo, ma anche un’icona di qualità e un modello di business da perseguire, anche nel cuore della Toscana. “Lo Champagne – sottolinea Zingarelli – è riuscito in un’impresa unica nel nostro settore: stabilizzare i prezzi alla fonte (sfuso) ad un livello remunerativo per tutti gli operatori della filiera”. Ancora da definire i dettagli dell’accordo, ma i contorni sono già chiari.
“In questa strada – conclude il Presidente del Consorzio Chianti Classico – ci impegneremo come Consorzio in maniera condivisa con le Amministrazioni comunali e la Regione”.
Tessa Capponi Borawska – Presidente Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico
Nel corso della storia il vino e l’olio, questi nostri eccezionali prodotti, hanno assunto un significato che trascende il loro ruolo economico: sono diventati parte indissolubile dello stile di vita, della cultura e dell’identità di un intero territorio; si sono trasformati in un patrimonio insostituibile e vitale.
Giuseppe Liberatore – Direttore Generale Consorzio Vino Chianti Classico
Il legame indissolubile tra territorio e qualità del prodotto ha reso il Chianti Classico e le colline del Chianti un’icona del turismo internazionale. Tale risultato deve spingerci ad andare avanti. Per questo ci siamo dotati di strumenti indispensabili per il futuro, e ieri abbiamo ratificato un documento di collaborazione con le istituzioni politiche e le rappresentanze economiche del territorio, stringendo un legame tra mondo dell’impresa e politica, che ha come oggetto l’istituzione del Distretto Rurale del Chianti.
Paolo Sottani – Sindaco di Greve in Chianti
In questo anno insieme al Consorzio abbiamo lavorato a un programma di eventi condiviso, tra cui anche una tappa del Giro d’Italia. E in questo spirito di collaborazione siamo giunti all’accordo sul Distretto Rurale che vede la centralità non solo del comparto vitivinicolo ma di tutto il tessuto socio-economico nello sviluppo del territorio. Questo accordo mette tutti gli attori coinvolti sullo stesso piano. Per il distretto rurale le amministrazioni sono coinvolte in prima persona, dando linee di indirizzo per lo sviluppo dell’economia del territorio, cui contribuiranno anche la candidatura Unesco e la valorizzazione del turismo, nel cui settore il Chianti è punto di riferimento in Italia e nel mondo.
Marcello Bonechi – Sindaco di Castellina in Chianti
In rappresentanza del Chianti senese, esprimo soddisfazione sull’accordo siglato ieri sul Distretto Rurale del Chianti: siamo giunti a una chiarezza sulla delimitazione territoriale, superando i campanilismi figli di rivalità antiche. L’accordo prevede infatti che il Distretto comprenda il territorio del Chianti Classico come definito nel 1932 e le zone limitrofe, entro i confini amministrativi degli otto comuni del Chianti, interessando quindi anche quelle zone che danno un sostegno economico all’intera area.
Dario Nardella – Sindaco di Firenze
La giornata di ieri non è stata solo nostalgica celebrazione del passato, ma in realtà ha volto lo sguardo al futuro, oltre i confini del territorio e della nazione.
Con la sua presenza il Premier Renzi ha contribuito a dare la giusta rilevanza a questo momento di celebrazione. Ha riconosciuto infatti alla produzione vitivinicola del Chianti Classico la forza di motore economico, ma anche capace di lungimiranza. Questo è dimostrato anche dall’accordo tra Consorzio Chianti Classico e Comité du Vin de Champagne, un altro importante rapporto con la regione francese, un’allenza nata già 60 anni fa con il gemellaggio tra le città di Reims e Firenze. L’ottica dunque trascende i confini di un territorio, di una regione, di una nazione, per andare oltre i confini dell’Europa, dove il Chianti Classico rappresenta un’eccellenza fuori discussione. A breve un incontro a Reims insieme ai rappresentanti del Consorzio per firmare l’accordo.
Altro esempio è l’avvio del percorso di candidatura a Patrimonio dell’Umanità che intraprenderà il territorio del Chianti. La procedura è lunga e difficile, in competizione con altre candidature prestigiose, ma è un obiettivo alla nostra portata. Dati i legami della città di Firenze, cui sono riconosciuti ben due siti Unesco, sosterrò presso l’organizzazione questa candidatura.
La candidatura Unesco non è riducibile ad un’altra etichetta per questo territorio, ma è il riconoscimento del valore internazionale della sua unicità e della sua identità culturale.
Per i futuro dobbiamo scommettere sull’agricoltura vitivinicola che appartiene a questo territorio, antico ma aperto all’innovazione, e il mondo del vino come pochi altri settori si presta perfettamente a un simile connubio.
Eugenio Giani – Presidente del Consiglio Regionale
E’ indubbio il valore paesaggistico e insieme monumentale e architettonico di questo territorio, come anche il suo importante contributo al profilo culturale del Paese: sono queste le considerazioni che inserirò in una mozione in Consiglio Regionale per sostenere la Candidatura del territorio del Chianti a Patrimonio dell’Umanità.
Il Chianti è pura bellezza e solo il Gallo Nero dipinto da Giorgio Vasari poteva campeggiare nel Salone dei Cinquecento con i suoi castelli e borghi, che hanno ispirato oltre a lui, artisti, storici e esploratori; penso al racconto della distruzione di Semifonte in Dante e nelle storie del Bargellini, a Machiavelli che scrisse in Chianti il suo trattato più importante, il Principe, e a Giovanni da Verrazzano, grevigiano, che scoprì la baia di New York.