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Osservatorio statistico, primo rapporto sull’occupazione in Calabria

Il primo rapporto regionale dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro presentato in occasione del III° Congresso regionale della Calabria
Primo rapporto regionale dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro

Dall’osservatorio Statistico Regionaledei consulenti il primo rapporto sull’occupazione in Calabria

Quanto emerge dal 1° rapporto territoriale sull’occupazione in Calabria sul mercato del lavoro e sulle crisi aziendali, realizzato dall’Osservatorio Statistico di Categoria e presentato durante il III° Congresso regionale dei Consulenti del Lavoro della Calabria apre uno squarcio sull’occupazione che è allarmante. Nei primi 8 mesi del 2016 in Calabria sono state autorizzate quasi 5 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria, con un aumento del 39,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il campanello d’allarme giunge nonostante l’aumento degli occupati, che però lascia indietro la regione di circa 4 punti percentuali rispetto al resto del Mezzogiorno e 23 rispetto al Centro Italia.

                                Calabria: occupazione ancora lenta e crisi aziendali in aumento

Aumentano le aziende in crisi. Fra gennaio ed agosto 2016, le ore autorizzate di cassa integrazione straordinaria sono state quasi 5 milioni, con un aumento del 39,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. Scendendo nel dettaglio, l’indagine identifica i comparti maggiormente interessati dall’aumento delle ore di sospensione per crisi aziendale. Sul podio il settore dell’industria dei trasporti e delle comunicazioni che passa da 974 mila dei primi otto mesi del 2015 a 1.688 mila ore nel 2016 (+73,3%). Al secondo posto, con un milione di ore autorizzate, troviamo il settore della carta, stampa ed editoria con un incremento del 90% e, medaglia di bronzo per il settore dell’industria meccanica con 777 mila ore autorizzate (+78,9%).

Occupati, disoccupati e inattivi

In valori assoluti, nel primo trimestre 2016, a fronte di un preoccupante flusso migratorio di popolazione di 6mila unità, si registra un aumento di 14 mila occupati, un numero di disoccupati sostanzialmente invariato che si attesta sulle 165 mila unità e una conseguente flessione degli inattivi di 20 mila unità. Il numero degli occupati aumenta in maniera consistente nella provincia di Catanzaro (23,4%), mentre subisce una netta riduzione in quella di Vibo Valentia (-19,3%). Se guardiamo al tasso di disoccupazione, però, la Calabria raggiunge il 24,6%, più del doppio rispetto alla percentuale nazionale che si attesta al 12,1%. Analizzando nel dettaglio il tasso di disoccupazione in riferimento alle cinque province calabresi, il primato se lo aggiudica Vibo Valentia, sia per tasso di disoccupazione regionale (30,4%), sia in riferimento a quello maschile (35,9%)

Cresce l’occupazione fra le donne, i call center fanno numero

Il dato incoraggiante è che ad aumentare è prevalentemente l’occupazione femminile (+11mila unità), mentre è lieve l’aumento di quella maschile (0,7%). Un fattore che dipende dalla crescita di domanda di lavoro in alcuni settori, prevalentemente femminili, rispetto ad altri, così come avviene per l’istruzione, la sanità e l’assistenza sociale. Inoltre, dal crescere dell’occupazione dipendente femminile e al diminuire dell’occupazione autonoma maschile. Le donne con un’occupazione stabile vivono prevalentemente a Vibo Valentia (13%), Crotone (11,6) e Catanzaro (9,1%). Dal report si evincono, poi, le venti professioni femminili maggiormente richieste dal mercato del lavoro. Sul podio troviamo commesse (13%), addette all’informazione nei call center (9,6%) e venditrici a domicilio, a distanza e professioni assimilate (7%).

 

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