Nuove declinazioni dell’antisemitismo al centro di un incontro
ROMA – Quale futuro per le comunità ebraiche in Europa? La situazione attuale dell’antisemitismo in Europa e le prospettive future per le comunità ebraiche sono tra i temi discussi oggi in una conferenza ospitata dal Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, e dal primo vicepresidente, Antonio Tajani, al Parlamento.
Tajani (PPE, IT), responsabile del Parlamento per il dialogo interreligioso, ha introdotto i lavori, chiusi dal primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, e dal Presidente Schulz.
«Le maschere dell’antisemitismo sono tante, il virus è uno solo. Illudersi che l’Europa ne sia immune è l’errore più grande. Non serve incitare a tenere alta la guardia se non si prende coscienza che l’antisemitismo è tuttora vivo anche fra noi, perfino dove persecuzioni e discriminazioni hanno annullato la presenza ebraica» sottolinea Tajani.
«Il pericolo più grave per l’Europa è quello di essere impoverita nella propria storia e nella propria cultura da un esodo minuzioso ma costante di ebrei europei. Ed è contro questo rischio che dobbiamo essere uniti e determinati» aggiunge.
L’evento sul futuro delle comunità ebraiche europee è organizzato nel contesto dell’Articolo 17 TFUE, che prevede un dialogo aperto, trasparente e regolare con le istituzioni dell’Unione europea e le chiese, le associazioni religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali.
Si tratta del secondo evento quest’anno. Il primo si è tenuto nel mese di aprile sui musulmani europei che affrontano la radicalizzazione. Altri eventi hanno avuto luogo nel 2015, incentrati su temi come l’affrontare il radicalismo e il fondamentalismo attraverso l’istruzione e sulla persecuzione dei cristiani nel mondo.
Tra gli invitati l’ex Rabbino capo delle comunità ebraiche del Commonwealth, Jonathan Sacks, il Presidente della Conferenza europea dei Rabbini, Pinchas Goldschmidt, il Rabbino capo di Bruxelles, Albert Guigui, e il filosofo francese Bernard-Henri Levy.