Per l’assenza di vaccini scatta il blocco della transumanza. È una Calabria che resta a guardare. Passive le testimonianze di come è ridotto il comparto agricolo, ma non si può stare a guardare. Abbandonato forzatamente da “vecchi” agricoltori e mal gestito da politiche non mirate a risollevare le sorti dell’economia rurale. Ma si continua anche a sottovalutare uno comparto che potrebbe aiutare la sofferta attività economica, rimasta l’unico settore trainante senza stampelle. Pensare che neppure con i premi di primo insediamento, il governo regionale è riuscito ad invogliare le nuove generazioni a buttarsi in agricoltura.
Per favorire il ricambio generazionale l’Ismea ha istituito le agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura, mettendo a disposizione fino a 70mila euro per i giovani agricoltori che intendono insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola nel territorio nazionale. La Calabria è tra le prime regioni dove il lavoro non fa testo, anzi! Un’identità produttiva, quella che gravita attorno alla zootecnia, che resta in bilico rappresentando una fonte di reddito strappato, strattonato da produttori veraci. Parla soprattutto dei luoghi. Il bestiame salito per la transumanza sui monti subiscono una sorpresa. Ci sono ritardi e inadempienze della Task Force veterinaria, chi pagherà i danni agli allevatori?
Manca il vaccino per il Sierotipo2. Si blocca il rientro dalla transumanza
È la zootecnia a farne le spese questa volta con un’attività che è un fattore integrante, latte, carne, ad un reddito mancante.
Gli allevatori sono costretti a ritardare il rientro dalla transumanza poiché stanno facendo i conti con una brutta sorpresa. “Il mercato dei vitelli destinati all’ingrasso è al collasso, – denuncia Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – a causa del perdurare del blocco della movimentazione imposto dalle misure di restrizione conseguenti alla Blue Tongue e quindi non si possono vendere fuori dalla Calabria i vitelli nati in transumanza e gli eroici allevatori non hanno, in pianura, spazi sufficienti e non possono affrontare ulteriori costi economici per mantenerli.
Ancora una volta, la zootecnia è costretta a fare i conti con i ritardi e le inefficienze della Task-force veterinaria ed a pagarne le conseguenze è il comparto bovino che basa la propria economia sulla vendita dei vitelli da ristallo nei centri di ingrasso della penisola, in particolare Puglia e Veneto. Vi è una forte preoccupazione – aggiunge Molinaro – perché non c’è il vaccino per il Sierotipo2 degli animali appartenenti alle specie sensibili e questo appunto – spiega– non consente, la libera movimentazione dei capi. Una batosta insomma – ribadisce Molinaro – a meno che, la soluzione- afferma ironicamente – non sia inserita all’interno del protocollo con il Giappone che pare essere il cavallo di battaglia della Task- force veterinaria.
Chiediamo – conclude – che il problema venga affrontato e risolto immediatamente. Da parte nostra stiamo procedendo ad una ricognizione dei dati e ci riserviamo di chiedere alla Regione Calabria di pagare i danni subiti e subiti agli allevatori.