Polizia scopre giro di patenti “facili” in Veneto


Microcamere e auricolari ai candidati per superare l’esame: sgominata organizzazione criminale

Alcune delle false patenti sequestrate dalla polizia
Alcune delle false patenti sequestrate dalla polizia

ROMA – Ammontava a quasi 600mila euro all’anno il giro d’affari messo in piedi nel Veneto da un’organizzazione criminale specializzata nelle false patenti.

A porre fine al “mercato” illegale dei documenti di guida è stata però la polizia di Treviso che ha eseguito provvedimenti nei confronti di dieci persone accusate di aver creato un’organizzazione che consentiva di superare l’esame della patente di guida con facilità.

Al termine dell’operazione gli agenti hanno proceduto a quattro arresti in carcere, quattro ai domiciliari e due obblighi di dimora.

Attraverso le indagini, i poliziotti sono riusciti a scoprire un giro di patenti rilasciate in maniera fraudolenta in varie province venete. Gli arresti sono stati compiuti a Treviso, Venezia, Bergamo e Brescia e numerose sono state le perquisizioni.

L’organizzazione criminale da anni consentiva a italiani e stranieri di ottenere la patente falsificando centinaia di esami teorici nelle motorizzazioni di Treviso, Padova e Venezia, per un giro di 600mila euro.

L’indagine è iniziata nel 2015 quando la Stradale di Treviso ha denunciato diversi cittadini stranieri, principalmente di etnia indo-pakistana, che si presentavano presso le aule della Motorizzazione Civile di Treviso per sostenere l’esame teorico necessario al conseguimento della patente italiana, utilizzando microtelecamere e microauricolari nascosti per ottenere, a distanza, le risposte esatte alle domande proposte.

Per ogni conseguimento di patente l’organizzazione prendeva un compenso che oscillava dai 2 mila ai 3 mila euro. A volte la banda di criminali riusciva a far superare anche tre esami in sedi diverse.

Tra questi anche esami per il conseguimento delle patenti superiori e cioè quelle che consentono la guida dei mezzi pesanti (autocarri, autotreni ed autoarticolati di portata superiore alle 12 tonnellate).

I candidati venivano contattati qualche giorno prima dell’esame presso la Motorizzazione civile dai membri dell’organizzazione che provvedevano a posizionare direttamente sulla pelle degli aspiranti, microtelecamere o auricolari nascoste, e che consentivano loro di trasmettere, al suggeritore, le immagini che si presentavano davanti, nel caso in questione proprio le domande dei quiz di teoria e di ricevere le risposte fornite dal suggeritore da una postazione situata a distanza.

A conclusione dell’esame i candidati tornavano nei luoghi concordati con i membri del gruppo per restituire tutti il materiale utilizzato per l’esame.