Case distrutte e migliaia di sfollati dopo il passaggio di “Matthew”
ROMA – Ad Haiti continua a salire di ora in ora il bilancio delle vittime dell’uragano “Matthew”, come è stato ribattezzato dai metereologi, che si è abbattuto sul Paese più povero del continente americano.
L’arrivo dell’uragano di categoria 4, il più devastante degli ultimi 50 anni, sulla costa meridionale dell’isola caraibica, con piogge torrenziali e venti fino a 230 km/h, ha provocato un numero ancora imprecisato di vittime. Secondo le ultime stime sarebbero almeno 300 ma il numero è destinato ad aumentare.
Si contano anche danni ingentissimi (tra cui il crollo dell’unico ponte che collega la capitale Port-au-Prince al sud del Paese) e decine di migliaia di sfollati.
«I nostri uffici sul campo ci stanno fornendo informazioni continue sulla situazione di Haiti post uragano e sono attivi per portare aiuto ad una popolazione già stremata da condizioni di vita difficili» fa sapere Andrea Iacomini Portavoce dell’Unicef Italia.
«Ci sono danni incalcolabili, luoghi completamente sotto l’acqua. Il nostro personale ci racconta di case totalmente rase al suolo, scuole, alberghi e ospedali distrutti. Esiste inoltre un pericolo enorme di frane» aggiunge.
Lo scenario ad Haiti è catastrofico: «L’80% delle abitazioni risultano gravemente danneggiate. Sono un milione e trecentomila le persone colpite dall’uragano, la metà sono bambini ed oltre 16 mila persone in cerca di riparo. Una delle priorità di intervento è quello di valutare le condizioni delle persone nei rifugi che sono riuscite ad allontanarsi dalla costa dove ci sono state onde fino ad 8 metri» spiega ancora Iacomini.
«Occorrono d’urgenza acqua e kit igienici perché i bambini sono ad alto rischio di contrarre malattie come il colera già molto diffuso nel paese. Unicef ha già inoltre pronte strutture a Panama per istituire scuole temporanee per i bambini sfollati pronte a partire nelle prossime ore» conclude.
L’isola stenta ancora a riprendersi dalle conseguenze del terribile terremoto del gennaio 2010, e ben 55.000 abitanti vivono ancora in precari rifugi e baracche. Condizioni non molto diverse da quelle in cui si trovano centinaia di migliaia di abitanti degli slum, nella capitale Port-au-Prince e in altre metropoli, le cui baracche di legno e lamiera non hanno resistito alla furia di “Matthew”.
Intanto l’uragano si accinge a raggiungere la Florida e le coste orientali degli Stati Uniti, dove almeno tre milioni di persone sono state evacuate dalle loro abitazioni. La tempesta, come riferiscono gli esperti del Centro nazionale uragani americano, si è fortunatamente indebolita, passando da categoria 4 a categoria 3. L’allerta resta però ai massimi.