L’allarme dell’Unicef dopo il via all’offensiva per liberare la città irachena dall’Isis
ROMA – Sarebbero almeno cinquecentomila i bambini in pericolo a Mosul, la città irachena in mano alle milizie dell’Isis e sotto assedio da ormai 48 ore.
Le truppe del governo iracheno appoggiate dai Peshmerga curdi hanno circondato la roccaforte del Califfato in Iraq e sono oltre un milione e mezzo i civili intrappolati nella sacca.
Ieri l’Onu ha espresso la propria preoccupazione per la sorte degli abitanti della città (c’è il timore che i jihadisti possano utilizzarli come scudi umani) e oggi anche l’Unicef lancia l’allarme per i civili di Mosul.
«Con l’inizio dell’operazione militare per riprendere Mosul, più di mezzo milione di bambini e le loro famiglie della città saranno esposti a gravi rischi» spiega l’organizzazione.
«I bambini di Mosul hanno già sofferto enormemente negli ultimi due anni. Molti potrebbero essere costretti a fuggire, rimanendo intrappolati tra le linee di combattimento, o uccisi dal fuoco incrociato» afferma Peter Hawkins, Rappresentante Unicef in Iraq.
L’organizzazione ha predisposto scorte di acqua, docce, latrine e kit igienici per aiutare subito oltre 150.000 persone, con l’intenzione di raggiungere oltre 350.000 persone nel corso delle prossime settimane.
Squadre mobili sono pronte per intervenire sui casi più critici di trauma mentale e fisico tra i bambini. In accordo con il ministero della Sanità, l’Unicef ha anche pronte più di 50 squadre per avviare una campagna di vaccinazione contro malattie come la poliomielite e il morbillo.
«Stiamo lavorando giorno e notte per garantire che ovunque si trovino i bambini, l’UNICEF sarà lì con loro» aggiunge Hawkins.