L’ennesimo episodio di maltrattamenti è avvenuto a Fabriano
ROMA – Mentre si discute ancora sulla legge, approvata dalla Camera e passata ora al Senato, per la videosorveglianza negli asili e nelle case di riposo dalle Marche arriva l’ennesima storia di maltrattamenti all’interno di una struttura.
A finire nei guai è stata una maestra di un asilo di Fabriano, in provincia di Ancona, indagata e sospesa dal servizio.
Tutto è partito dalla segnalazione di una coppia: il loro bimbo si svegliava di notte piangendo e urlando frasi del tipo “maestra cattiva” oppure “io non sono un topolino cattivo che fa la cacca”.
Lo stesso bambino giocava con un peluche al quale si rivolgeva con espressioni del tipo: “Non lo fare più! Hai capito? Non te lo dico più! In castigo subito! Vai a riflettere seduto lì! E basta!”.
Lo scorso marzo i genitori del bimbo di tre anni si sono rivolti al commissariato di Fabriano, denunciando il fatto che, da quando era arrivata la nuova maestra, il figlio non voleva più andare a scuola e che, inoltre, aveva cominciato a comportarsi in maniera strana.
Gli investigatori del commissariato hanno chiesto agli altri genitori se anche i loro figli avessero comportamenti analoghi, e, dopo molte conferme, hanno chiesto al pubblico ministero l’autorizzazione a piazzare delle telecamere all’interno della scuola.
In particolare i piccoli raccontavano ai genitori che la maestra urlava loro parolacce e al termine dell’indagine i poliziotti hanno messo fine all’incubo dei bambini eseguendo, nei confronti della maestra, la misura cautelare della sospensione dall’esercizio della professione per maltrattamenti nei confronti dei minori a lei affidati.
Le immagini, accompagnate dalle registrazioni audio, hanno confermato i sospetti, e cioè che la nuova maestra utilizzava un metodo vessatorio con violenza fisica e psicologica. In questo modo le piccole vittime vivevano una penosa condizione di vita scolastica che determinava un’alterazione nel loro equilibrio e nella serenità di crescita.
Come si vede chiaramente nei video, i bimbi, tutti di età compresa tra 3 e 5 anni, venivano continuamente strattonati, presi a schiaffi o percossi con colpi vari, fatti oggetto di aspri rimproveri o derisi per i loro comportamenti, mortificati e offesi.
Per assicurarsi che nessuno parlasse con i genitori la maestra aveva inoltre minacciato i bambini di gravi ritorsioni nel caso avessero raccontato ai genitori cosa accadeva a scuola.