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Caso Goro, Alfano: «Non è lo specchio dell’Italia»

Intanto dopo le barricate dei residenti le 12 migranti saranno trasferite altrove

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è intervenuto alla Camera sul caso Goro

ROMA – Nel giorno in cui il portavoce dell’Unhcr, William Spindler, afferma che il 2016 è l’annus horribilis per i migranti, con 3800 vittime accertate, tiene ancora banco il caso Goro con l’intervento del ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Dopo i blocchi stradali degli abitanti del piccolo paese sul Delta del Po per evitare che l’ostello ospitasse dodici migranti africane che ora saranno trasferite altrove, i fatti che hanno fatto salire alla ribalta Goro sono stati al centro dell’intervento del titolare del Viminale al questione time alla Camera.

«Le requisizioni avvengono quando i comuni non collaborano. Se lo fanno non c’è nessuna necessità di requisire strutture per allocare richiedenti asilo. Se i sindaci non danno risposte i prefetti devono agire» ha detto Alfano sulle iniziative in ordine alla requisizione di alcune strutture ricettive ai fini dell’accoglienza di immigrati richiedenti protezione internazionale.

Da ministro dell’Interno, ha proseguito Alfano, «mi sono sempre sforzato di trovare un punto di equilibrio tra diritto a protestare e la necessità di garantire l’ordine pubblico. Quanto successo a Goro non è lo specchio dell’Italia. I profughi vanno accolti e gli irregolari vanno rimpatriati, e l’Europa deve avere la forza di sostenerci».

«Ciascuno di noi può scegliere il modello in cui specchiarsi», ha concluso il titolare del Viminale. «Se io dovessi sceglierne uno sceglierei il dottor Bartolo, il medico di Lampedusa che non bada agli orari e che accoglie migliaia di bambini, donne uomini, o i ragazzi del liceo di Napoli che, in un giorno non scolastico sono andati sul molo ad aiutare i soccorritori mentre arrivavano e sbarcavano i migranti».

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