Chiesto anche l’intervento del ministro della Salute
ROMA – L’olio di palma finisce al centro di una istanza del Codacons, con la quale l’associazione dei consumatori mira a bloccare qualsiasi pubblicità sui mass media o campagne di informazione favorevoli all’utilizzo dell’olio di palma negli alimenti.
Nello specifico, il Codacons ha presentato una formale diffida all’Istituto Superiore di sanità, intervenuto di recente sull’argomento, nella quale si legge:
“l’ISS dichiara che i componenti dell’olio di palma, ampiamente impiegato nell’industria alimentare, non sono in grado di determinare riflessi negativi alla salute, nonostante contengano un alto livello di acidi grassi saturi rispetto ad altri grassi alimentari; nel documento redatto dall’Iss si evincono discordanti e contrastanti rilevazioni, nella parte in cui si dichiara che evidenze epidemiologiche attribuiscono all’eccesso di acidi grassi saturi nella dieta effetti negativi sulla salute, ed in particolare un aumento del rischio di patologie cardio-vascolari, infarto e di malattia coronarica; si dichiara altresì che, complessivamente, il consumo totale di acidi grassi saturi nella popolazione adulta italiana è di poco superiore (11,2%) all’obiettivo suggerito per la prevenzione, considerato che i principali organismi sanitari nazionali e internazionali raccomandano livelli di assunzione di acidi grassi saturi non superiori al 10% delle calorie totali; al contrario, si ammette che il consumo complessivo di grassi saturi nei bambini supera la dose giornaliera tollerabile e costituisce un potenziale rischio per la salute, come confermato dall’EFSA; invero, in Italia si raggiungono 12 grammi al giorno pro capite di consumo e ciò perché l’olio di palma raffinato è contenuto nella maggior parte degli alimenti a consumo quotidiano (prodotti da forno, dolci, torte e soprattutto cibi per l’infanzia); lo stesso allarme era stata evidenziato recentemente in un dossier dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in cui si dichiarava che i bambini italiani assumono il 49% in più di grassi saturi rispetto a quanto consigliato dai Larn e dall’Efsa e che buona parte di questo eccesso (41% della quantità massima) è dovuto al consumo di olio di palma conglobato in molti alimenti industriali.
Il parere – scrive ancora il Codacons nella diffida – è stato redatto su stime datate 2005/06, senza considerare che il consumo e la produzione di alimenti contenenti l’ingrediente tropicale è in crescita esponenziale, ritenuto che l’Italia importa una quantità di olio di palma ai vertici in Europa, con incrementi, secondo l’Istat, pari al 300% (tra il 2011 e il 2015, da 274mila a 821mila ton); tutto ciò in contrasto con i dati contenuti nel parere che rileva che nel 2011 sono state importate 77.000 tonnellate di olio di palma per uso alimentare (pari all’8,4% del totale importato), mentre il 90% è destinato ad usi diversi, con una impennata nel 2004, pari a 80.000 tonnellate”.
Tutto ciò considerato, il Codacons ha chiesto all’Iss, l’Efsa e al Ministero della Salute la sospensione delle campagna pubblicitarie pro-olio di palma, sino a quando non verranno forniti chiarimenti, corredati da valida certificazione attestanti la specificità circa i criteri di valutazione sulla sicurezza, la garanzia di elevata qualità e di tutela ambientale del pubblicizzato grasso tropicale, connessa alla pretesa origine tutta genuinamente naturale, e che venga redatto un nuovo parere, aggiornato ai dati dell’anno corrente, tenendo in considerazione la normativa vigente ed i pareri comunitari ed internazionali, facendo immediatamente luce e chiarezza sulla vicenda. L’associazione sta inoltre valutando iniziative legali da intraprendere nei confronti del vice ministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, che si è schierato apertamente in favore dell’olio di palma.