In poche ore oltre 50 repliche. Il Cnr: “Impossibile prevedere come la sequenza andrà a scemare”
ROMA – Il terremoto che stamani alle 7:40 ha colpito il Centro Italia è stato il più violento avvenuto nel nostro Paese a partire dal 1980, quando si verificò il terribile sisma in Irpinia.
La scossa di magnitudo 6.5 registrata oggi con epicentro nei pressi di Norcia, in provincia di Perugia, è superiore a quella del terremoto del Friuli del 1976 (magnitudo 6.4 della scala Richter) ma anche di quello de L’Aquila del 2009 (5.8) e di quello del 1997 sempre tra Umbria e Marche (6.1).
Il terremoto di oggi è anche tra i più forti degli ultimi 110 anni e a poche ore di distanza sono stati localizzati decine di altri eventi sismici nella zona al confine tra Marche e Umbria.
Alle ore 10:00 risultano circa 50 eventi di magnitudo maggiore di 3.0.
Il terremoto di stamani rientra nella stessa sequenza sismica che si è attivata il 24 agosto e “ogni volta che si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia, la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti ad un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta” spiega in una nota il Cnr.
“Sono processi di propagazione laterale della sismicità (contagio) relativamente frequenti, già osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti” aggiunge la nota.
“Questo processo sta coinvolgendo l’Appennino centrale in questi mesi. Il terremoto si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di Visso e Ussita, e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato” prosegue il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Impossibile prevedere se ci saranno scosse più forti di quella delle 7:40 di oggi. “Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte ed una altro forte adiacente possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi in Appennino centrale. Purtroppo non siamo in grado di prevedere quando e come tale sequenza sismica andrà a scemare, né possiamo in linea teorica escludere altri terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino ad oggi in aree adiacenti a quelle colpite in questi mesi” sottolinea il Cnr.
“Va però detto che se da una parte questa sequenza è fortemente preoccupante, dall’altro lato la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi. Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della facomunicaglia (Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto di magnitudo almeno 7.0” conclude la nota.