L’associazione chiede al Commissario Ue di rigettare le richieste su soldi per scuole fuori da patto di stabilità
ROMA – «Sulla questione della sicurezza delle scuole italiane e la polemica con l’Europa, il premier Matteo Renzi mente».
Lo afferma il Codacons, che invierà oggi una lettera al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Nella missiva saranno evidenziate tutte le omissioni dello Stato sul fronte dell’edilizia scolastica e sarà chiesto di rigettare le richieste di Renzi sul patto di stabilità.
Già nel 2011 il Governo, su ordine prima del Tar Lazio, poi del Consiglio di Stato, avrebbe dovuto attuare il “Piano generale di edilizia scolastica” per mettere in sicurezza tutte le scuole italiane, spiega l’associazione.
Ciò per effetto di una class action contro la Pubblica Amministrazione avviata e vinta dal Codacons, attraverso la quale i giudici hanno ordinato al Ministero dell’istruzione di emanare questo Piano previsto dall’art. 3 del D.p.r. 20 marzo 2009, n. 81.
Con la sentenza n° 552 del 2011, confermata dal Consiglio di Stato, il Tar Lazio bacchettava duramente lo Stato, affermando che “il piano generale di riqualificazione dell’edilizia scolastica non è stato ancora adottato…la norma impone che le istituzioni scolastiche alle quali concedere la deroga, siano già individuate in un apposito piano generale di riqualificazione dell’edilizia scolastica, indi lo stesso avrebbe comunque dovuto essere adottato prima dell’anno scolastico 2009/2010…è evidente che l’inerzia si sia già protratta ampiamente oltre il limiti di legge”.
Il Tar del Lazio ordinava “al Ministero dell’istruzione ed al Ministero dell’Economia l’emanazione, di concerto, del predetto piano generale, entro 120 giorni dalla notificazione della presente sentenza’”.
«A distanza di cinque anni, di questo Piano per la messa in sicurezza delle scuole non si hanno notizie» afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
«Per questo le affermazioni del premier Renzi sui soldi per le scuole che devono restare fuori dal Patto di stabilità, appaiono ingannevoli, dal momento che il Governo ha avuto più di 5 anni di tempo per adottare le misure previste dalla legge e rendere sicure tutte le scuole» aggiunge.
«In tal senso invieremo oggi stesso una lettera a Juncker spiegando tutti i ritardi e le omissioni dello Stato Italiano sul fronte dell’edilizia scolastica, chiedendo alla Commissione Ue di rigettare le richieste del Governo sui fondi per la scuola fuori dal patto di stabilità, considerato che i soldi sono stati già stanziati nei bilanci dello Stato dal 2011 al 2013» conclude.