Il nuovo presidente americano chiede unità e assicura: «Sarò al servizio del popolo»
ROMA – «Ho appena ricevuto una chiamata dal segretario Clinton. Si è congratulata con noi per la nostra vittoria e io mi sono congratulato con lei e la sua famiglia per una campagna molto, molto dura».
Ha esordito con queste parole il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dal palco dell’Hilton di Manhattan, pochi minuti dopo l’ufficialità della vittoria.
Accolto dal grido “Usa! Usa! Usa!”, Trump ha lasciato prima spazio al nuovo vice presidente americano, Mike Pence, che ha avuto il colpito di riscaldare i fan già in delirio. Poi si è preso la scena salendo sul palco accompagnato dal suo staff e dalla sua famiglia, con la moglie e neo “First lady”, Melania, in prima fila.
Trump, nel suo primo discorso da presidente, ha utilizzato toni completamente diversi da quelli che hanno contraddistinto la campagna elettorale.
Le sue prime parole sono state rivolte alla rivale Hillary Clinton, segno di distensione e di fair play dopo settimane di attacchi al veleno. «Hillary ha lavorato molto duramente per lungo tempo e dobbiamo esserle grati per quello che ha fatto per il nostro Paese. Lo dico con onestà ma ora è arrivato il momento per gli Stati Uniti di curare ogni divisione» ha affermato il successore di Obama.
«Democratici e repubblicani devono riunirsi in un popolo solo. Mi impegno di fronte ad ogni cittadino ad essere il presidente di tutti gli americani. A chi ha scelto di non appoggiarmi in passato, chiedo di darmi indicazioni per unirci in un unico grande Paese» ha proseguito.
«Come ho detto fin dall’inizio la nostra non è stata una campagna a sé ma un grande movimento costituito da milioni di donne e uomini che lavorano duro per il loro Paese e vogliono un futuro migliore. È un movimento che raccoglie americani di tutte le razze, di tutte le religioni e di tutti i ceti sociali. Questo governo è al servizio del popolo. Lavorare insieme ci porterà alla ricostruzione della nostra nazione e al rinnovamento del sogno americano» ha aggiunto Trump.
Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha assicurato che «ogni americano avrà la possibilità di veder realizzato il proprio potenziale. I poveri e i dimenticati di questo Paese non lo saranno più».
Trump si è soffermato a lungo sul tema dell’economia, promettendo la riqualificazione delle città più povere e su investimenti nelle infrastrutture: dai ponti agli ospedali.
«Creeremo milioni di posti di lavoro in questa fase di ricostruzione sfruttando i talenti americani a beneficio del Paese tutto. Abbiamo un piano economico incredibile: raddoppieremo la crescita e costruiremo la più forte economia mondiale» ha detto.
Nel suo primo discorso, oltre a ringraziare i veterani e le forze di polizia («tra quattro o forse otto anni sarete fieri di me»), Trump ha toccato anche la questione della politica estera con toni distensivi.
«Mi aspetto eccellenti relazioni con le altre nazioni. Dobbiamo riprenderci il destino del nostro Paese e sognare in grande. Abbiamo sogni di successo e mentre terremo sempre al primo posto interessi americani andremo d’accordo con tutti. Cercheremo una base comune di dialogo e non lo scontro» ha sottolineato.
Infine i doverosi ringraziamenti: «Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato in quella che è stata definita una vittoria storica. I miei genitori in primis che mi guardano dall’alto. Ma anche le mie sorelle, i miei fratelli. Mia moglie Melania e Ivanka. Grazie a tutta la mia fantastica famiglia. Inizieremo subito a lavorare per il popolo americano. È stata una serata eccezionale, amo questo Paese».