Il Tribunale civile di Milano ha bocciato la richiesta del presidente emerito della Corte Costituzionale
ROMA – Il Tribunale civile di Milano mette la parola fine alla questione della data del referendum sulle riforme costituzionali varate dal Governo Renzi.
La sentenza arrivata oggi sul ricorso presentato dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, conferma di fatto che il prossimo 4 dicembre si andrà al voto.
Resta solo la sentenza del Tar del Lazio, attesa nei prossimi giorni, come possibile ostacolo ma ormai la strada per le urne sembra tracciata.
Loreta Dorigo, giudice del Tribunale civile del capoluogo lombardo, oggi ha infatti respinto il ricorso di Onida, che aveva impugnato il quesito della consultazione popolare chiedendone lo spacchettamento.
Onida, nello specifico, chiedeva che il giudice inviasse alla Consulta la legge ordinaria istitutiva del referendum, allo scopo di valutarne la legittimità costituzionale nella parte in cui non prevede di scindere il quesito referendario quando tratti di materie differenti.
Il Tribunale Civile di Milano ha però respinto il ricorso dal momento che “il diritto di voto non pare leso dalla presenza di un quesito esteso e comprensivo di un’ampia varietà di contenuti”.
Tra le motivazioni si legge anche che “è lo stesso articolo 138 della Costituzione a connotare l’oggetto del referendum costituzionale come unitario e non scomponibile”.
Ora, come detto, resta da attendere solo la sentenza del Tar del Lazio, dove Onida ha presentato un altro ricorso che sarà discusso martedì prossimo. In questo caso il ricorso è stato presentato contro il decreto di indizione del referendum, definito come “confermativo” e “per aver formulato il quesito con riferimento al titolo della legge costituzionale anziché agli articoli della Costituzione che vengono modificati”.
Lo scorso 20 ottobre Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio aveva giudicato inammissibile il ricorso contro il quesito della consultazione presentato dal Movimento 5 stelle e dai legali di Sinistra Italiana.
Stessa sorte era toccata anche al ricorso presentato dal Codacons che però rilancia.
L’associazione in una nota condivide la decisione del Tribunale di Milano che ha respinto il ricorso presentato da Onida.
«Lo spacchettamento del quesito non era una richiesta formalmente corretta, per cui la decisione dei giudici di Milano era prevedibile e appare giusta» afferma il presidente Carlo Rienzi.
«La vera scommessa adesso è il nostro ricorso in Cassazione per eccesso di potere giurisdizionale, sul quale le Sezioni Unite si pronunceranno il prossimo 15 novembre» prosegue Rienzi.
«In tale contesto, infatti, figurano solide motivazioni contro la decisione dell’Ufficio centrale per il referendum, perché la legge non attribuisce a tale ufficio il potere di esprimersi sul quesito e sulla sua conformità, compito che spetta esclusivamente all’amministrazione» conclude.