Minori: in Italia uno su tre è a rischio povertà


L’allarme arriva dal 7° Atlante dell’infanzia di Save The Children

In Italia il 33% dei minori è a rischio povertà
In Italia il 33% dei minori è a rischio povertà

ROMA – In Italia quasi il 33% dei minori è a rischio povertà ed esclusione sociale, percentuale che schizza fino al 60% nel caso in cui i genitori hanno un titolo di studio basso.

I bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d’inverno perché i genitori non possono permettersi di riscaldare la casa. Più di 1 minore su 4 abita in appartamenti umidi, mentre la casa di oltre 1 bambino su 10 che vive in famiglie a basso reddito non è sufficientemente luminosa.

E ancora: 1 bambino su 20 non possiede giochi a casa o da usare all’aria aperta. Più di 1 su 10 non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici.

Sono alcune delle cifre, impressionanti, contenute nel 7°Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini, Supereroi” di Save the Children che quest’anno viene pubblicato da Treccani e sarà disponibile in libreria da dicembre.

Protagonisti di questo viaggio sono i minori che sin dalla nascita conoscono la povertà, crescono in condizioni di svantaggio e deprivazione rispetto ai loro coetanei e incontrano barriere e ostacoli che li separano da opportunità educative e formative.

L’Atlante è una sorta di viaggio che porta alla luce la dura realtà dell’infanzia a rischio ma che, allo stesso tempo, valorizza le risorse e le capacità di resilienza dei minori, veri e propri “Superpoteri” per resistere a situazioni di precarietà e superare condizioni di vita difficili.

«Lotta alla povertà dei bambini e promozione culturale sono due facce della stessa medaglia. Dobbiamo considerare l’infanzia in Italia come un vero e proprio tesoro, che va difeso e protetto ad ogni costo. Per far questo occorre conoscerlo, comprenderne i problemi e mappare in controluce ciò che si può e si deve fare per rimettere a posto le cose, come racconta il nostro Atlante. Solo così potremo sperare di dare un futuro diverso a migliaia di minori svantaggiati di questo Paese» afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

Le conseguenze della povertà: i bambini senza

Più del 25% dei minori abita in appartamenti umidi, con tracce di muffa alle pareti e soffitti che gocciolano
Più del 25% dei minori abita in appartamenti umidi, con tracce di muffa alle pareti e soffitti che gocciolano

Come detto, i bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d’inverno perché i loro genitori non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la casa, rischiando così di contrarre bronchiti o malattie cardiovascolari.

Un dato di ben 15 punti superiore alla media europea (39% contro 24,7%). Nel nostro Paese, il fenomeno della cosiddetta povertà energetica riguarda anche l’11% delle famiglie non povere con bambini, una percentuale che in Svezia e Norvegia si abbassa allo 0,3%.

Più del 25% dei minori abita in appartamenti umidi, con tracce di muffa alle pareti e soffitti che gocciolano, un dato nettamente più elevato della media europea (25,4% contro il 17,6%).

Dalla mappa dei “Bambini Senza” emerge che in Italia più di 1 bambino su 20 (tra 1 e 15 anni) non riceve un pasto proteico al giorno e non possiede giochi a casa o da usare all’aria aperta.

Più del 13% dei bambini non ha uno spazio adeguato a casa dove fare i compiti e non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici.

Quasi 1 bambino su 10 non può indossare abiti nuovi o partecipare alle gite scolastiche e quasi 1 bambino su 3 non sa cosa voglia dire trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa.

Gli investimenti per l’infanzia e i minori: pochi e inefficaci

Per aiutare i minori Save The Children lancia un appello ad utilizzare investimenti pubblici e privati in un quadro strategico
Per aiutare i minori Save The Children lancia un appello ad utilizzare investimenti pubblici e privati in un quadro strategico

Per affrontare la questione della povertà, l’Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat sulla spesa sociale in Europa per il 2013, destina una quota di spesa sociale destinata a infanzia e famiglie pari alla metà della media europea (4,1% rispetto all’8,5%), mentre i fondi destinati a superare l’esclusione sociale sono pari appena allo 0,7%, contro una media europea dell’1,9%.

La mappa “Efficacia del welfare” mette inoltre in evidenza che gli interventi di welfare messi in campo dal nostro Paese per il 2014 sono riusciti a ridurre il rischio di povertà per i minori di 18 anni di soli 10 punti percentuali (dal 35% al 25%).

Un risultato che ci pone tra gli ultimi nel Vecchio Continente, davanti solo a Romania e Grecia, considerando che mediamente in Europa gli interventi sociali in favore di famiglie e minori riescono a ridurre il rischio di povertà del 15,7%.

«Perché gli investimenti pubblici e privati si rivelino efficaci e facciano realmente la differenza è fondamentale che il loro utilizzo venga inserito in un quadro strategico. Senza sovrapposizioni, interventi spot, sprechi e compartimenti stagni con una reale attenzione alla valutazione di impatto» spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

«Speriamo che il fondo per il contrasto alla povertà educativa, recentemente attivato dalle fondazioni di origine bancaria, dal Governo, con il coinvolgimento del terzo settore e delle scuole, possa essere una occasione concreta per ripensare e dare slancio a tutte le politiche per l’infanzia e l’adolescenza».