Settimana della cucina italiana: all’estero boom di falsi


Coldiretti: due piatti su tre serviti con finti prodotti Made in Italy

Una selezione di falsi prodotti Made in Italy
Una selezione di falsi prodotti Made in Italy

ROMA – Oltre 1300 eventi in 105 Paesi tra concorsi, conferenze, degustazioni, cene a tema, mostre legate alla cucina e seminari tecnico-scientifici. È la Settimana della Cucina italiana nel mondo che ha preso il via oggi per concludersi domenica prossima.

L’iniziativa congiunta della Farnesina e del Ministero delle Politiche agricole ha l’obiettivo di promuovere il vero Made in Italy in campo agroalimentare.

È però anche l’occasione per accendere ancora una volta i riflettori sull’odioso tema dei “falsi” che minacciano produzioni ed eccellenze di casa nostra.

Coldiretti, ad esempio, spiega che sono serviti ingredienti Made in Italy taroccati in quasi due piatti su tre. La cosiddetta “agropirateria” internazionale infatti utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia.

Il risultato sono prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.

All’estero, secondo stime della Coldiretti, sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo Made in Italy che vale oltre 60 miliardi di euro.

«Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili» afferma l’associazione.

Ad essere clonati sono i prodotti simbolo dell’identità nazionale. In testa alla classifica dei falsi ci sono i formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano. Negli Stati Uniti in quasi nove casi su dieci sono sostituiti dal Parmesan prodotto in Wisconsin o in California.

Ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina non vengono risparmiati dai taroccatori. Discorso simile per i nostri salumi più prestigiosi, dal Parma al San Daniele spesso “clonati”.

A rischio anche gli extravergine di oliva e le conserve come il pomodoro san Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti.