Gli eurodeputati hanno approvato oggi una risoluzione non vincolante
ROMA – Si complica la strada della Turchia per l’ingresso nell’Unione europea dopo il forte messaggio arrivato oggi da Strasburgo.
Gli eurodeputati, in una risoluzione non vincolante approvata con 479 voti in favore, 37 voti contrari e 107 astensioni, hanno chiesto lo stop dei negoziati.
Nel testo della risoluzione si fa riferimento a una sospensione temporanea, specificando che la Turchia deve tuttavia restare “ancorata” alla Ue.
Gli eurodeputati ricordano che la Turchia è “un partner importante per l’Ue”. Tuttavia, in un partenariato “la volontà politica di cooperare deve provenire da entrambe le parti”.
La Turchia non dimostra “tale volontà politica, dato che le azioni del governo allontanano ulteriormente il Paese dal suo percorso europeo”. Il riferimento è alle purghe ordinate da Erdogan dopo il fallito colpo di stato dello scorso luglio.
Nel documento si condanna fermamente la repressione del governo turco che ha portato all’arresto di migliaia di oppositori e a un repulisti generale nell’apparato statale.
Strasburgo si impegna a rivedere la propria posizione, ma solo se saranno state revocate le “misure sproporzionate” repressive nel contesto dello stato di emergenza in Turchia.
La Turchia paga la repressione indiscriminata dopo il colpo di stato
Una di queste è la reintroduzione della pena capitale da parte del governo turco, che porterebbe a una sospensione formale del processo di adesione.
I deputati hanno quindi ricordato che “l’opposizione inequivocabile alla pena di morte è un elemento essenziale dell’acquis dell’Unione”.
Un’interruzione temporanea dei negoziati non permetterebbe l’apertura di nessun nuovo capitolo e nemmeno l’avvio di nuove iniziative di adesione.
La procedura per sospendere i negoziati di adesione all’Ue è definita nell’articolo 5 del quadro negoziale dell’Unione con la Turchia.
L’articolo sancisce che “in caso di violazione grave e persistente da parte della Turchia dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto su cui si fonda l’Unione. La Commissione, di sua iniziativa o su richiesta di un terzo degli Stati membri, raccomanderà di sospendere i negoziati e proporrà le condizioni per la loro eventuale ripresa”.
La risoluzione votata dal Parlamento europeo non è giuridicamente vincolante, poiché il Parlamento non ha alcun ruolo formale nell’attivazione iniziale di tali meccanismi. Rappresenta però un elemento di pressione politica.