È partita la corsa allo shopping natalizio: per Coldiretti budget di 232 euro a famiglia
ROMA – Il Ponte dell’Immacolata è alle porte e a Natale manca ormai meno di un mese. Già nel weekend, complice il Black Friday, molti italiani sono andati alla ricerca dei primi regali da mettere sotto l’albero.
Il via allo shopping natalizio ha fatto partire, in contemporanea, anche le prime analisi sui consumi in vista delle Festività.
Le stime, per ora, sono contrastanti. Il Codacons, due giorni fa, parlava di un calo del 2% dei consumi rispetto al Natale 2015.
Per l’associazione la spesa pro capite, omnicomprensiva di regali, spese per la casa, alimentari, viaggi, ecc., sarà in media di 164,5 euro.
Più ottimista invece la Coldiretti che stima un aumento del 6% del budget che gli italiani destineranno ai regali, con una media di 232 euro a famiglia.
L’analisi, effettuata sulla base di un’indagine Deloitte, evidenzia che gli italiani spenderanno solo per i regali il 38% del budget complessivo di 614 euro (comprensivo anche di viaggi, intrattenimenti e cenoni), destinato alle feste di fine anno.
La spesa in regali degli italiani è inoltre superiore alla media europea di 207 euro a famiglia.
Nel Vecchio Continente siamo al terzo posto dietro solo a Danimarca (367 euro a famiglia) e Germania (239 euro).
In fondo alla classifica europea ci sono i greci con 128 euro a famiglia e i polacchi con 114 euro.
«Si conferma una spinta verso regali utili e all’interno della famiglia. Tra i parenti e gli amici si preferisce scegliere oggetti o servizi a cui non è stato possibile accedere durante l’anno» spiega Coldiretti.
Tra le tendenze del Natale 2016 rientrano la ricerca di sconti con il confronto tra i vari esercizi commerciali, ma anche il ricorso al web per suggerimenti e acquisti on line.
In Italia la quota di consumatori che compra su Internet i regali di Natale ha quasi raggiunto quella degli altri Paesi Europei (38% in Italia e 40% in Europa).
Tra i regali preferiti musica, film, informatica, viaggi e abbigliamento. Per il cibo e le bevande, al contrario, si registra una tendenza al ritorno al contatto fisico con il produttore.