L’associazione sulla sospensione: accolte le nostre tesi
ROMA – Il Consiglio di Stato è intervenuta sulla riforma delle banche popolari varata dal Governo nel marzo 2015, scatenando numerose reazioni.
Il Consiglio di Stato, nello specifico, ha sospeso gli effetti delle circolari della Banca d’Italia che fornivano agli istituti di credito le disposizioni per trasformarsi in società per azioni entro la fine del 2016.
Il Consiglio di Stato ha quindi sollevato la questione di legittimità alla Corte Costituzionale, che dovrà esprimersi sull’intera riforma.
L’elemento centrale dell’ordinanza del Consiglio di Stato, che ha portato alla sospensione in via cautelare, è il limite al rimborso per i soci delle banche popolari che hanno esercitato il recesso con la trasformazione delle popolari in società per azioni.
Per il Consiglio di Stato è dunque illegittimo che l’istituto possa non effettuare il pagamento delle quote dei soci che hanno chiesto il recesso.
Il Codacons, che si era battuto sul tema intervenendo a giudizio, plaude alla decisione sulla riforma delle banche popolari e parla di pieno accoglimento delle sue tesi.
L’associazione ritiene infatti che sia stata accolta la richiesta di tutela dei soci delle popolari, che rischiavano di essere ingiustamente danneggiati da alcuni aspetti della riforma.
Il Codacons infatti aveva fortemente contestato dinanzi al Consiglio di Stato la norma che prevedeva la possibilità di limitare il diritto al rimborso delle azioni nei confronti dei soci che, a seguito di trasformazione della banca popolare in Spa, avessero esercitato il recesso.
«Un’altra istanza da noi presentata ai giudici riguardava la parte del provvedimento che attribuisce alla Banca d’Italia il potere di disciplinare tale limitazione del potere di recesso, anche in deroga a norme di legge».
Su questi due aspetti, il Consiglio di Stato ha riconosciuto le ragioni del Codacons, sollevando questioni di legittimità costituzionale.
«Ancora un nostro importante successo nel settore bancario, a tutela degli utenti e contro lo strapotere di istituti di credito e Governo, che viaggiano a braccetto varando leggi che producono effetti negativi su risparmiatori e soci delle banche» commenta il presidente, Carlo Rienzi.