Alle 19 Renzi è salito al Quirinale e ha rassegnato le dimissioni
ROMA – Matteo Renzi, poco dopo le 19 di stasera, ha rassegnato le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ad annunciarlo è stato il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
«Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi il quale, essendosi concluso l’iter parlamentare di esame e approvazione della legge di bilancio, ha rassegnato le dimissioni dal Governo da lui presieduto» ha affermato di fronte alle telecamere.
L’incontro tra Renzi e Mattarella è durato poco più di mezzo’ora e al termine il Quirinale ha anche fatto sapere che le consultazioni con le forze politiche cominceranno domani alle 18.
Ventisei i colloqui previsti: si arriverà fino a sabato. I primi a salire al Colle saranno i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso. Poi toccherà all’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e alle delegazioni dei partiti.
Renzi, con molta probabilità, non ci sarà. Nel pomeriggio, alla Direzione del Pd, il premier dimissionario ha spiegato che «domani (8 Dicembre, ndr) sarò a un torneo di Playstation con i miei figli e spero di avere più fortuna di quanta ne ho avuta nei giorni scorsi».
L’incontro di stasera tra Mattarella e Renzi chiude una giornata frenetica, nella quale il Senato ha approvato la Legge di stabilità sulla quale il Governo aveva posto la fiducia sollecitata dal Capo dello Stato.
Numerosi, ora, gli scenari possibili alla vigilia dell’avvio delle consultazioni.
Le elezioni anticipate sono una delle ipotesi sul tavolo ma Mattarella ha fatto intendere che non si andrà al voto con due sistemi elettorali diversi per Camera e Senato. In questo senso la decisione della Consulta sull’Italicum del 24 Gennaio 2017 è decisiva.
Nelle ultime ore si sono fatte strada anche le ipotesi di un Governo istituzionale con un ampio consenso per cambiare la legge elettorale, il “Governo di tutti”.
Perde quota un Renzi bis, mentre è stabile l’ipotesi di un esecutivo con l’attuale maggioranza ma guidato da altro esponente Pd. I nomi più gettonati restano quello di Franceschini e Delrio. Altra opzione sul tavolo è quella di una compagine governatica guidata dall’attuale presidente del Senato, Grasso.