Dopo il voto una riflessione sulle riforme costituzionali e sul Pd
ROMA – Alcuni aspetti delle vicende politiche innescate con la schiacciante vittoria dei No al referendum sono chiari.
Intanto le riforme costituzionali devono essere pensate e fatte in Parlamento. Con maggioranze ampie, perché se si passa la mano agli elettori il risultato è chiaro.
Dunque qui ci sono due insegnamenti. Il primo. È stato un errore affidare al Governo il compito, che era del Parlamento, di fare le riforme. È una riflessione questa che a ben vedere toccherebbe al Presidente Emerito…
Poi si sarebbe dovuto cercare di evitare il referendum che viceversa è stato pensato inizialmente come una passeggiata di incoronamento.
Un’altra cosa è chiara. Renzi e il suo partito, ammissioni di sconfitta a parte, faticano a discutere e dunque a comprendere le ragioni profonde della disfatta al referendum. Che riguardano Governo e partito.
La mancata discussione in Direzione è illuminante. Dalle parti del Nazareno continuano a raccontare un film.
Che, però, è l’esatto contrario di quello che ha visto o si immagina la maggioranza del Paese.
Così facendo andranno a sbattere nonostante la convinzione di avere dalla propria parte uno zoccolo duro del 40%.