Crisi di Governo e poi? Renzi ci prova


Il premier, le dimissioni e le strategie post referendum

Il segretario del Pd, Matteo Renzi

ROMA – Renzi ci prova. A come uscire vittorioso all’indomani di una sconfitta. Governo invernale, transitorio, affidato ad un piddino che guidi il Paese fino al summit internazionale di primavera.

Gentiloni, attuale ministro degli Esteri, pare il più accreditato come traghettatore. Importa poco se otterrà la fiducia. Che comunque ci sarà.

Importante è che liberi Renzi dai logorii di un nuovo incarico governativo bis per quale avrebbe i numeri. E probabilmente potrebbe riottenerlo facilmente, se solo volesse.

Renzi invece vuole dedicarsi al Partito. C’è da organizzare il congresso nel quale intende ricandidarsi segretario con primarie che lo proiettino a premier alle elezioni anticipate di primavera.

Insomma, Renzi forzerà le tappe per avere la tanto agognata investitura popolare. L’assillo di questi mesi: un premier non eletto dal popolo. Quanto è rischiosa questa strada? In fondo ancora una volta dice una cosa e ne fa un’altra: non doveva ritirarsi? Invece è a palazzo Chigi a disbrigare gli affari correnti ma anche a consultare…

Ma rischiare si può. Un sondaggio lo darebbe forte di un consenso oltre il 35%. Mentre i grillini paiono scendere al 25% dopo le altalenanti situazioni romane. Dunque, Renzi non sparirà con buona pace di chi gli chiederà di rispettare la promessa di ritornare a casa in caso di sconfitta al referendum. Comunque il cammino da qui al voto sarà intenso. Ci aspetta un inverno lungo.