Azienda e sindacati hanno tempo fino a stasera alle 20. Sulla decisione aleggia lo spettro di 2511 licenziamenti
ROMA – Nella giornata dello sciopero nazionale dei dipendenti Almaviva dal nuovo tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico spunta l’idea del nodo non negoziabile per risolvere la vertenza.
La proposta è stata fatta oggi pomeriggio dal ministro Carlo Calenda e dalla vice ministro Teresa Bellanova che hanno incontrato di nuovo la proprietà di Almaviva e i segretari delle sigle sindacali di settore.
Calenda e Bellanova nel corso dell’incontro hanno dato alle parti la disponibilità del Governo a redigere un lodo non negoziabile al fine di comporre la vertenza che le parti stesse non sono finora riuscite a risolvere.
Almaviva e sindacati si sono riservati di valutare la proposta ed eventualmente avanzare al Governo formale richiesta di lodo. Il termine massimo per ricevere tale richiesta è stato fissato alle ore 20 di oggi. Il tempo, infatti, stringe e tra meno di 48 ore 2511 dipendenti dei siti Almaviva di Roma e Napoli rischiano di restare senza lavoro per la chiusura dei due centri.
Il nodo della vertenza è il piano di licenziamenti collettivi che l’azienda ha in mente di effettuare da mercoledì 21 Dicembre quando potrebbero partire le migliaia di lettere di esubero.
In una nota Almaviva spiega «senza un piano di risanamento non può essere proposto alcun ricorso agli ammortizzatori sociali (come chiesto dai sindacati, ndr). È un principio di legge, non una posizione aziendale, contenuto nella disciplina che regola il settore».
«Che il sindacato voglia accreditare la disponibilità di ammortizzatori negando l’intesa su un programma di crisi, come previsto dalla legge, appare un tentativo inaccettabile di condizionare le responsabilità in capo all’Azienda e di forzare la verità dei fatti» si legge ancora nella nota.
«Un atteggiamento che, se confermato, significherebbe condannare AlmavivA Contact alla chiusura, abbandonando i lavoratori al proprio destino. AlmavivA Contact conferma come la possibile soluzione della crisi risieda nella definizione di un corretto Piano di risanamento, quale unica alternativa credibile alla riorganizzazione avviata, finalizzato alla messa in sicurezza della Società, all’indispensabile equilibrio economico e alla salvaguardia del perimetro occupazionale» conclude l’azienda.