E’ la proposta di SIGO, AOGOI e AGUI alle Istituzioni: “Così possiamo garantire ai neonati e le partorienti la migliore l’assistenza”
ROMA – “E’ necessario creare, quanto prima a livello regionale, una rete di punti nascita. In questo modo possiamo aumentare la sicurezza per donne e neonati e migliorare la qualità del lavoro di tutto il personale medico-sanitario coinvolto nell’evento nascita”.
E’ questa la proposta avanzata alle Istituzioni dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), l’Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) e l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI) in accordo con quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per una esperienza positiva della gravidanza “maintaining a healthy pregnancy for mother and baby including preventing or treating risks, illness or death” e per una sanità a dimensione europea che pone come obiettivo prioritario la salute della mamma e del bambino e la tranquillità degli operatori della sanità.
“E’ essenziale poter lavorare in punti nascita adeguati strutturalmente così come riportato da numerosi decreti ministeriali – affermano i proff Paolo Scollo (Presidente SIGO), Elsa Viora (Presidente AOGOI) e Nicola Colacurci (Presidente AGUI) -. Devono perciò essere dotati di personale adeguato, servizi diagnostici tempestivi, strutture idonee ad accogliere non solo il parto fisiologico e ad affrontare rischi emergenti non sempre prevedibili. La gravidanza, il travaglio, il parto e la nascita sono momenti normali nella vita di una donna. Ma questa “normalità” può essere interrotta da eventi a volte inattesi, che se non sono affrontati in strutture idonee ed in tempi rapidissimi possono avere conseguenze tragiche. Alcune volte queste problematiche possono essere previste ed è possibile indirizzare la partoriente presso centri con appropriata esperienza ed adeguata organizzazione. Altre volte, invece, questi eventi non sono prevedibili e si presentano in modo del tutto improvviso. E’ necessario avere la presenza attiva, e non solo in reperibilità esterna, di una équipe professionalmente preparata di ginecologi, anestesisti, neonatologi e di strutture adeguate. Non bastano gli investimenti in attrezzature e un numero adeguato di personale medico ed ostetrico perché questi sono requisiti di base. E’ anche indispensabile che il punto nascita affronti un numero sufficiente di parti per acquisire esperienza ed abitudine a gestire al meglio situazioni di urgenza e di emergenza. Il riordino della rete dei punti nascita – concludono i ginecologi italiani – è l’obiettivo sul quale oggi le nostre Società Scientifiche sono impegnate per garantire a tutte le donne, ed a tutti i professionisti qualità di assistenza e tranquillità di operatività”.