Il futuro del Pd dopo il referendum e la crisi di Governo
ROMA – C’è sempre qualcosa che si è fermato e qualcuno che lo vuol far ripartire. Soprattutto in politica. Questa volta tocca alla sinistra.
Ma non una sinistra qualunque. Toccherebbe a quella che ha votato Sì al referendum. Pisapia e Cuperlo ne sono i principali protagonisti.
Cercano di darsi un ruolo, offrendo una sponda ai non Renziani del sì. Vedremo quanta strada sono in grado di compiere. Difficile pensare che un Sì perdente possa offrire una identità forte.
Certo, un proposito è chiaro: ritrovare il filo del percorso interrotto dell’Ulivo, di quando il centrosinistra non era espresso dal solo Pd, ma era una casa comune, appunto.
Per questo ripartono dai territori e prima di tutto dai territori chiave dell’esperienza ulivista.
Vedremo quanto è vivo ancora di quella esperienza e se saprà fornire motivazioni ai giovani di oggi come le offrì ai giovani di allora.
È probabile che possano offrire una sponda nazionale a una serie di esperienze locali sopratutto di Governo che a cavallo tra civismo e centrosinistra, hanno fatto i conti con Renzi e i renzismi senza essersi lasciati risucchiare nel vortice delle Leopolde.
Il punto vero sarà come sapranno e se sapranno rapportarsi alla sinistra che ha votato No. Questo sarà il loro banco di prova.