Secondo la Coldiretti le perdite del comparto zootecnico superano 10,5 milioni di euro
Dal divieto della movimentazione del bestiame nel 2016 sono pesanti i danni per gli allevatori calabresi, tale situazione scaturisce dalla restrizione della movimentazione a causa della mancanza di vaccino.
Probabilmente chi gestisce il divieto della movimentazione –autorizzazioni varie-, tra l’ASL e Regione, non ha idea dei danni incalcolabili che stanno causando al settore che già con mille sacrifici riesce a stare in piedi cercando di superare l’ennesima beffa.
La fa sicuramente da padrona, l’incompetenza e voler sottovalutare un comparto che dovrebbe essere trainante in una regione dalle “mille maglie nere”
Inutile creare progetti e programmi mirati a risollevare l’agricoltura se poi s’impantanano nei cavilli burocratici di principianti alle prime armi o vittime o burattini della solita politica sprovveduta.
L’impossibilità a trasferire gli animali vivi della specie bovina e ovi-caprina fuori dai confini regionali quest’anno ha generato per gli allevatori calabresi, rispetto agli anni scorsi, una perdita secca di oltre 10,5 milioni di €uro dalla vendita di vitelli, agnelli e capretti.
Infatti afferma Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – i prezzi di vendita hanno portato una perdita a capo di 100 € per i vitelli e 80 cent. al kg per gli agnelli e 1,20 cent. al kg per i capretti peso vivo”.
Queste le risultanze elaborate dalla Coldiretti Calabria sulla consistenza dei capi presenti nella Banca Dati Nazionale dell’anagrafe zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell’Istituto “G. Caporale” di Teramo. Si ricorda che tale situazione scaturisce dalla restrizione della movimentazione a causa della mancanza di vaccino.
Gli allevatori stanno facendo i conti anche per gestire situazioni organizzative “al limite” che comportano costi aggiuntivi.
Una regione agricola a forte vocazione zootecnica soprattutto nelle aree interne – continua Molinaro – non può continuare a subire le inefficienze delle strutture pubbliche e in particolare di un “Task force veterinaria” che continua ad operare distruggendo la zootecnia calabrese.
Nel modo assoluto – conclude – nel 2017 non si può continuare ad operare in questo modo: necessità una assunzione di responsabilità da parte dei Servizi Veterinari del Ministero della Salute, del Commissario alla Sanità e del Presidente della Regione al fine di avere certezze sulla possibilità di poter continuare ad allevare in Calabria.